LO SCEMO DEL VILLAGGIO
Per lamentele, piagnistei, insulti e querele scrivete a tanci86@fastwebnet.it. Mandate anche una mail allo studio legale Culetti&Lopuppa & sons (mail: lopuppa.culetti@libero.it) da oggi anche su Facebook!

Padre, ho peccato: seguo questo blog!

venerdì 10 dicembre 2010

Rapunzel

Sotto le feste di natale non c'è molto da vedere escludendo forse l'ultimo di Woody Allen e Megamind, quindi per questioni di tempo ho visto questo.
Ormai è deciso.
Per capire quanto è valido il più recente e atteso film al cinema bisogna vedere quanta è la differenza fra il trailer e il film che vedete poi in sala.
In questo caso il confronto regge.
Se non fosse per il repentino e disastroso cambio dei doppiatori che approfondirò fra poco.
La trama si ispira in parte (come sempre quando si tratta di un film Disney!) alla favola di Raperonzolo.
Fra i primi danni che vediamo nella versione italiana del film è la pronuncia stessa del titolo: non si è optati per una semplice traduzione del termine in Raperonzolo, ma si è lasciato intatto il nome inglese, pronunciato però alla burina, ovvero si legge come si scrive.
Rapunzel è una ragazza che è stata rapita in tenerissima età da una strega malvagia che si finge sua madre per tenerla reclusa e sfruttare le doti magiche dei capelli della finta figlia, in modo da avere l'eterna giovinezza. Ingenua e buona, Rapunzel si comporta come una figlia obbediente credendo che la strega sia effettivamente la madre e lascia che la si tenga prigioniera a vita anche se vorrebbe tanto conoscere il mondo fuori dalla torre.
Tutto questo va avanti fino a quando un ladro, chiamato Flynn Rider, non si trova per caso nella torre con un bottino che scotta e Rapunzel lo convince ad accompagnarla a conoscere il mondo esterno.
Il film è divertente anche se perde mordente nel secondo tempo, senza contare quel genere di buchi logici volti ad allungare il brodo.
Per quanto non lo appoggi è interessante vedere come la fiaba venga completamente rovesciata rispetto all'originale: il protagonista maschile non è un principe azzurro, ma un ladro e in più il personaggio più attivo è la donna a differenza della linea canonica che vede l'uomo eroico e la donna passiva.
Flynn Rider, per quanto sfizioso sulla carta come personaggio, è completamente castrato da un doppiatore per niente all'altezza.
Nella versione americana è doppiato dall'eccellente Zachary Levi alias Chuck Bartowsky dell'omonima serie e inizialmente sarebbe stato gestito dall'altrettanto tosto Nanni Baldini; alla fine è stato sostituito dall'attore de L'ispettore Coliandro, che non mi voglio neanche ricordare come si chiama. Come guardare i trailer di un film pensando che un attore sia interpretato da Robert De Niro e scoprire poi che è stato sostituito da Ezio Greggio.
Essendo stato rovinato il protagonista maschile, il personaggio più riuscito è quello della strega.
Narcisista da manuale, parassitaria, manipolatrice e subdola, si tratta di una donna che ha volutamente segregato e tarpato le ali della figlia per nutrire la propria giovinezza e dunque, il proprio ego.
Bellissima la descrizione del loro rapporto che rappresenta l'immagine di una madre che vede solo se stessa come meritevole di attenzione e amore e sfrutta in maniera scellerata la figlia, coinvolgendola in una competizione annichilente e provocandole volutamente sensi di colpa e conflitti. Forse i creatori hanno voluto inserire una nota impegnata contro il maltrattamento dei bambini, lotta forse un po' perbenista per me, ma in questo caso con un'allegoria molto raffinata.
Terminiamo con le ultime osservazioni sull'infelice doppiaggio: le canzoni non sono esaltanti a parte qualche eccezione e potrete spiacevolmente notare che la voce del doppiatore che canta è di parecchio diversa da quella del doppiatore nel parlato. E molto migliore, ma non ci voleva molto!
È triste notare che anche il doppiaggio italiano, solitamente uno dei rari punti di forza di questo paese, stia perdendo colpi nei film di animazione.
Non fate doppiare gli attori, specie se non valgono tanto nemmeno come attori!

Voto 7 (6-- nella versione italiana)

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Nessun commento:

NEL NOME DELL'ODIO

Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA
QUINDI NON ROMPETE. GRAZIE.
free counters