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mercoledì 20 giugno 2012

Amarezza da Esame di Stato

Oggi ho fatto la seconda prova dell'Esame di Stato.
Non della Maturità, l'Esame che fa più notizia sui giornali e che sostanzialmente non conta un cazzo.
Qualcuno potrebbe obiettare che all'Università non ci vanno tutti a differenza delle superiori.
Ma è una cazzata, dato che in Italia quasi tutti quelli che completano le superiori si iscrivono anche all'Università.
La Maturità è solo il primo degli Esami della vita e se ci sta qualche filmetto adolescenziale dei miei coglioni è perché il regista ha a malapena superato quell'Esame e cazzeggiato in seguito.
La verità è, cari i miei maturandi che presto inonderete le spiagge d'Italia credendovi tanto fighi, è che questo esame senza un serio proseguimento non vale assolutamente un cazzo. Neanche se prendete 100.
Perché tanto astio?
Perché oggi ho per l'appunto fatto la seconda prova per l'Esame di Stato della professione che ho studiato all'Università (che non vi dico, ovviamente).
Inizialmente ero sereno nel tornare fra le mura della mia vecchia Facoltà, quell'odore di estrogeni freschi e isteria sul punto di essere scatenata mi ha ricordato un periodo della mia vita tutto sommato felice.
Poi è arrivata la prima botta.
Non ci sono solo estrogeni freschi.
L'Università italiana, che mi ostino ancora a vedere come un luogo dove 20enni alla mano e cazzaroni si riuniscono, ha in realtà un'età media over 30. Questo perché molti 40-50enni sperano (inutilmente) di avere la seconda giovinezza iscrivendosi e perchè - cosa ancora più triste - molti dei 30enni che ancora studiano sono fuoricorso millenari.
Ieri è uscita la prima prova, oggi è andata un poco meno tragicamente, ma sempre poco piacevole.
Ammetto di aver avuto un culo immane, dato che conoscevo l'argomento molto bene, fatto sta che, mentre io godevo come un riccio, tutta la classe si è disperata.
Scena patetica: gente che si è alzata e se ne è andata consegnando il foglio in bianco, gente che protestava, gente che frignava, ragazze che hanno tirato fuori il cellulare (che teoricamente andava riposto all'ingresso) per chiamare i fidanzati che aspettavano fuori dalla porta, nella speranza di ricevere aiuto via SMS o labiale.
E stiamo parlando di gente che sta cercando di avere un titolo per una professione, molte di queste persone sono 30-40enni con famiglie a carico.
Eppure si comportano in maniera non dissimile da un branco di liceali.
I ragazzini che fra un paio di settimane se la staranno tirando nei locali di Rimini perchè hanno passato l'esame più importante della loro vita (gli esami non finiscono mai, ciccini, e questa non l'ha detta Vasco Rossi) fra 10-15 anni saranno nella stessa situazione.
Frigneranno davanti a una Commissione.
Per carità, per ora mi è andata bene e comunque ho ancora 2 prove da passare, magari mi bocciano alle prossime oppure ho fatto qualche errore grave nelle prove di oggi; se mi bocciassero sarebbe una bella botta all'autostima, ma almeno per ora so di avere la coscienza a posto.
Non come quella di molte persone che oggi, dopo aver studiato 2 settimanelle per un esame importante come questo, si sono svegliate accorgendosi che non era una passeggiata.
Una cosa la so per certa.
Se sono vere le storie sui criteri usati per la valutazione, chi correggerà queste prove è un bastardo, è gente che ha lo scopo di bocciare più gente possibile. Non nego che in questi mesi mi mettesse molta ansia l'idea che un paio di assistenti mi sbarrassero la strada dopo 5 anni di sudati studi, più uno di tirocinio e un'altro di sei mesi annullato in seguito a una recente Riforma dall'alto.
Ma ora ho seriamente capito il perché di questo meccanismo perverso.
Questi fanno gli stronzi per evitare che gli esempi umani che ho descritto prima possano avere la possibilità di fare danni da professionisti.
Il problema è che hanno iniziato a sbarrare le porte solo da poco e, dopo anni in cui davano il titolo a cani e porci, si sono svegliati e hanno deciso di impedire che circolino altre persone a far danni.
Potevano svegliarsi prima.
Potevano limitare il numero di iscrizioni, fare test d'ammissioni più rigidi, fare esami più difficili, imporre una scadenza oltre la quale gli studenti fuori corso da 10 anni si levavano dalle scatole.
Tutte regole più o meno drastiche, che non sono state apllicate per fare contenti 4 bischeri che berciavano sul diritto allo studio.Alcune di queste scelte sarebbbero state ingiuste, ma meglio applicarle prima o durante gli studi all'Università piuttosto che alla fine.
Non essendo riusciti a tirare fuori le palle durante l'università, hanno deciso di mettere dei paletti dopo l'Università. E ciò è effettivamente perverso, dato che comprensibilmente dopo anni di studio o studio e cazzeggio, anche lo studente più cazzaro che si è laureato dopo anni di fuoricorso e col voto minimo sente di avere diritto a esercitare la professione.
Forse era meglio che gli facessero capire prima che era più adatto a zappare la terra.



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