LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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martedì 22 dicembre 2009

Anniversari controversi

Oggi è il 130simo anniversario dalla nascita di Stalin.
In questo periodo non credo che mi definirei un comunista, se non per dare fastidio ai bambini di antikom forse e sentire il loro blaterare sui soliti bambini alla griglia.
Sì, lo ammetto, a Red Alert 3 continuo a giocare dalla parte dei russi anche se sono delle pippacce immani rispetto ai giapponesi, ma non ci posso fare niente, da questo punto di vista sono un nostalgico.

Torniamo a Stalin (e alla sua meno nota apparizione in un cameo del primo grande Red Alert).
Stalin era un individuo con un infanzia difficile, un padre alcolista e una madre bigotta.
Da giovane entra a far parte di movimenti insurrezionalisti, per questo viene deportato, si occupa sia della parte ideologica del nascente movimento marxista clandestino, che di quella organizzativa, che comprende anche azioni illegali e terroristiche.
Si fa strada nel partito anche con la violenza e attaccando i suoi avversari, di cui il più famoso è Trockij e conquistandosi la fiducia dei superiori.
Una volta preso il potere rinnega di fatto le idee rivoluzionarie e si impegna a rendere la dilaniata e arretrata Russia un paese industrializzato. A costo di immani sacrifici per la sua popolazione e grandi rappresaglie contri gli oppositori, anche contro chi si azzardava semplicemente a esprimere il suo dissenso.
Non si sa quanti siano i morti delle Grandi Purghe avvenute negli anni '30, c'è chi dice 100mila, chi 700mila, chi 5 milioni. Fate voi, a seconda che siate della questura o della parte opposta.
Con il patto Molotov-Ribbentrop, la Russia stalinista firma un patto di non aggressione con la sua più accerrima avversaria ideologica, la Germania nazista.
Dopo l'invasione della Polonia, Stalin approfitta del patto di non aggressione per ordinare l'attacco della Finlandia, una piccola guerra nella quale l'esercito russo dimostra la sua profonda inadeguatezza, privato di ottimi generali per colpa delle Purghe volute dallo stesso Stalin. La Finlandia, virtualmente inisignificante rispetto all'enorme Unione Sovietica, cede, ma solo dopo aver costretto gli incapaci generali russi a una serie di cocenti scunfitte.
Il patto verrà infranto con l'Operazione Barbarossa del '41 che, anche se era logico che sarebbe prima o poi avvenuta, coglie Stalin completamente di sorpresa.
Dopo una serie di umilianti sconfitte nelle prime fasi dell'offensiva tedesca e dopo migliaia e migliaia di morti fra i russi, le truppe sovietiche si riprendono.
Anche Stalin, dopo un iniziale crollo psicologico, si fa onore.
Mentre Mosca è attaccata dalle truppe tedesche, decide di non scappare dalla città per mettersi in salvo, ma resta per condurre la difesa. Per selezione naturale, emergono anche generali tatticamente capaci che vengono promossi sul campo per le loro capacità e non per meriti politici come i burocrati servili che avevano comandato fino a quel momento.
Stalin dimostra di saper gestire la guerra, nonostanti alcuni errori strategici.
I suoi metodi restano comunque spietati, non ha pietà per collaborazionisti, etnie che ritiene inaffidabili o per chi ordina la ritirata.
Non c'è rispetto nemmeno per chi cade prigioniero, perchè significherebbe che si è arreso invece di morire. Fra i prigionieri dei tedeschi c'è anche Jakov Josifovič Džugašvili, suo figlio.
I tedeschi propongono uno scambio di prigionieri: il figlio di Stalin, un semplice ufficiale di artiglieria con il generale Friedrich Paulus.
Stalin pensa a lungo che rimanere coerente ai suoi ordini o se contraddirsi per proteggere i suoi cari. Decide di lasciarlo ai tedeschi, morirà in campo di prigionia per circostanze non chiare.
Stalin è l'unico dittatore europeo coinvolto nella guerra a sopravvivere dopo di essa, con tutti gli onori. Ma non per molto.
Stalin era chiaramente un paranoico e un violento, la sua vita familiare non fu felice, tantomeno lo furono i suoi familiari.
Stalin vedeva nemici ovunque, ma questo non gli impedì di circondarsi da incapaci, tirapiedi e individui pronti a pugnalarlo alle spalle. Anche la sua morte è alquanto controversa.
Stalin subisce un colpo apoplettico durante una festa nella sua villa, i medici intervengono troppo tardi per soccorrerlo. È il 5 marzo del 1953.

Questa è la mia opinabile biografia del baffone e non mi sembra sia particolarmente positiva a parte qualche punto di vista.
Resta il fatto che ci troviamo di fronte a un personaggio storico che ha avuto il suo peso, a prescindere da quello che pensano quegli ebeti di antikom che al liceo avevano 4 in storia perchè il prof era comunista. Mi dispiace per chi dice che Stalin è il responsabile della morte di 80 milioni di persone, perchè è un numero che ha la stessa validità della frasetta ogni secondo un bambino muore per aborto (come cazzo facciamo a essere 6 miliardi di persone sulla Terra allora?!), in questo caso parliamo di una persona che non conosce nè la storia, nè l'aritmetica, nè il buonsesno.
Resta il fatto che, nonostante tutto il mondo sia abituato a vedere Stalin come un bastardo, e di questi tempi sembra avere più detrattori dello stesso Hitler, in Russia ci sta ancora qualcuno che ne sente la mancanza e che lo manifesta in piazza.
Certo, sono 1500 persone soltanto (e dobbiamo vedere se sono informazioni ragionevoli o sparate dalla questura russa) ma stiamo parlando di una manifestazione in paese non più comunista e con un livello di libertà non eccellente e specialmente, stiamo parlando di persone che, invece di starsene in casa con coperta, termosifone e potente liquore in corpo, hanno deciso di andare in piazza a dicembre e in Russia!
La domanda spontanea è ovviamente: fra 50 anni, vedremo la stessa scena per il defunto Silvio Scarface o la folla di suoi abituali ritardati sarà al concerto degli Zero Assoluto (che, purtroppo, temo che saranno ancora vivi)?
Ma direi di più.
Stalin è, bastardo o meno che sia, un personaggio che ha fatto diventare la Russia una potenza Mondiale che ha retto fino agli anni '80. Il suo operato può essere criticato o meno, ma è legale elogiarlo in pubblica piazza, perchè è stato un personaggio importante per la storia mondiale e per quella russa.
E se fra 50 anni Berlusconi fosse visto come un dittatore che ci ha portati alla rovina, a tal punto di vietarne la celebrazione in pubblica piazza?
Proprio come Mussolini.
Oh, cosa ho fatto, ho ricordato ai poveri fascistelli antikom che loro non possono comunicare in piazza il loro amore per Benito il puzzone in quanto sarebbe illegale.
Lo sapete che invece in russia i comunisti possono farlo liberamente?
Fa male l'invidia eh?
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