LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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mercoledì 26 novembre 2008

Wall-E

Wall-E è un simpatico robotino addetto al riciclaggio di rifiuti. La sua missione è quella di ripulire la Terra dalle tonnellate di rifiuti lasciati dopo la sconsiderato uso dell’uomo a produrre immondizia.
È un robot, ma ha dei sentimenti, prima di tutti quello che lo spinge a essere curioso e a voler conoscere meglio il mondo su cui è stato mandato.
La prima parte speravo che soddisfacesse le esigenze che ha la mia personalità, che in questo periodo sta tendendo al quadro schizotipico.
Mi aspettavo di trovarmi di fronte a un intero primo tempo come quello di Io sono Leggenda, dove il protagonista si trova in un mondo desolato, senza un anima viva, senza uomini, senza rompicoglioni in giro.
Purtroppo, anche se la situazione è grossomodo la stessa, la parte iniziale non rende quella sensazione di desolazione che la mia schizotipica personalità ha grandemente apprezzato nell’altro film.
Wall-E si muove in un mondo desolato, dove lo spettatore riesce a capire a poco a poco e facilmente cosa diavolo è successo al pianeta, così sporco da spingere gli umani a fuggire su un’astronave nello spazio.
La sensazione non è però paragonabile al film di Will Smith.
Dopo qualche secondo di silenzio Wall-E attacca con una musica che, anche se carina, spezza quel silenzio che rende in maniera così chiara la solitudine che prova Wall-E.
E ben presto, questa solitudine è spezzata con l’avanzare degli eventi.
Ammetto che la mia fase di solitario è forse troppo ingombrante, chi ha fatto il film voleva andare incontro a esigenze diverse dalle mie e poiché resta un film della Pixar, deve comunque rendere conto a un pubblico non interamente adulto e ha dovuto smussare alcuni aspetti del film per renderlo appetibile anche ai più piccoli.
L’arrivo di Eve, la gnocca in versione cibernetica, spezza definitivamente la parte solitaria del film e si dà inizio a una storia d’amore dolce e carina, nella quale i due robot sono personaggi con caratteristiche umane, talmente autentiche da farli sembrare una normale coppia di un film romantico.
Vi è poi una terza fase, in cui i due sono proiettati nell’astronave dove si sono rifugiati gli umani che, senza esercizio fisico e aspirazioni nobili sono diventati dei pigri grassoni senza ambizione, accuditi per ogni necessità da robot e intenti a chattare o abboffarsi di cibi liofilizzati.
Il computer della nave è una chiarissima citazione al grande Al di 2001 Odissea nello spazio, ben azzeccato e convincente.
Molto interessante il breve stacchetto dedicato alla condizione dei robot, forse l’unico elemento interamente originale del film, dove i robot potrebbero essere visti come una classe di lavoratori sfruttata da un sistema totalitario che rincoglionisce la massa consumatrice e tratta senza pietà quella dei lavoratori, i cui dissidenti sono mandati a essere riparati, riassemblati, riprogrammati.
Sarà un interpretazione che fa molto comunistoide, ma è sicuramente più profonda di quella di qualche coglione (non vi dico chi, Rufus lo conosce e se ve lo scrive fra i commenti ve lo censuro da vero stalinista) ha fatto, sfruttando il film come mezzo di propaganda per un insulso stile di vita salutista del cazzo contro chi mangia specificatamente carne. Non è solo una questione di consumismo sfrenato o stili di vita, probabilmente la maggior parte di quel cibo liofilizzato è la soia tanto cara ai vegani la carne non c’entra un cazzo, il fatto è che gli uomini sono diventati delle larve che non conoscono l’importanza del lavoro, delle aspirazioni, del costruirsi una prospettiva di vita, dell’avere dei desideri.
Un po’ troppo ottimistico il finale.
Non credo che tutti i grassoni sedentari, dopo una vita senza aspirazioni, vorrebbe da un giorno all’altro rimboccarsi le maniche per costruire un mondo migliore. Forse uno o due lo potrebbero fare, ma qualcuno preferirebbe restarsene in panciolle come prima.
Ma tutto questo fa parte dell’indiscutibile handicap del film, in quanto produzione Pixar: è un film anche per bambini.
Non dico solo per bambini, anche io l’ho apprezzato e mi sento discretamente adulto, ma il fatto è che la produzione ha deciso di rendere meno adulti e verosimili alcuni aspetti del film, garantendo i must dovuti a qualsiasi film commerciale per tutti.
E i must sono il finale ottimistico, la storia d’amore e una morale edificante.
E niente sesso ovviamente, ma per quanto riguarda il sesso fra robot non l’avrei apprezzato nemmeno io!

Voto: 8/10

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

appunto di servizio: il film l'ho visto dal computer di uno che sedeva a fianco a me in treno, con il piccolo dettaglio che tra me e lui c'era il corridoio e che io ascoltavo il mio lettore mp3 con le canzioni anni 90 degli 883 e aparte questo m'è piaciuto. ninet'altro da aggiungere.

Anonimo ha detto...

BUDDA sei un mito! :D

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