LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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sabato 7 dicembre 2013

Pensierini

Riepiloghiamo.

Berlusconi sembra sia stato tanato definitivamente dal punto di vista giudiziario, ma poiché viviamo in un paese con strane logiche, gli stronzi come lui non affondano mai quando piove merda.
Il problema è che la gente non lo attacca sui punti che dovrebbero essere attaccati.
Il problema di Berlusconi non è che è un dittatore.
Neanche che è un criminale.
Neanche che è un porco, che francamente a livello politico non dovrebbe neanche essere un problema in una nazione realmente libera.
IL problema di Berlusconi è che non solo è incapace di governare un paese, ma che fa cagare anche come imprenditore. Se fosse un imprenditore decente non avrebbe avuto bisogno di fare affari con la mafia per non fallire come imprenditore, e se fosse stato un mafioso competente non si sarebbe fatto beccare e non avrebbe avuto bisogno di buttarsi in politica per coprire il suo passato di mafioso.

Grillo è invece un EX comico. Una volta faceva ridere, ora non più, e avendo capito che sono i politici italiani quelli che fanno veramente ridere, ha deciso di diventare un politico. Se mai dirà una cazzata potrà dire che, in fondo, è un comico; quando perfino i suoi cerebrolesi sostenitori smetteranno di ridere alla sue battute dirà che lui non deve fare ridere perché, in fondo è un politico. Furbo lui. Nel dubbio ignoratelo, perchè ignorare uno che si vuole mettere in mostra è peggio di una pistolettata.

Menzione d'onore (oh the irony!) al PD.
Cuperlo no, vi prego!
Basta dire che è una persona valida perchè ha più anni di esperienza, se volete anni di esperienza votate una sequoia, magari ha anche più carisma di lui!
E basta metafore calcistiche, vi scongiuro.
Se il PD ha intenzione di sprecare il poco potere che ha per mantenere un apparato che fin'ora ha soltanto perso, giuro che emigro.
Le alternative sono Civati e Renzi.
Bho.
Civati lo conosco poco e per quel poco che ho visto non sembra male.
Pure Renzi lo conosco poco, avendo cercato di limitare le informazioni di questa campagna elettoriale per non andare in depressione. Per quel poco che ho visto Renzi mi piace e al tempo stesso mi inquieta profondamente. Mi sono informato poco su di lui, ma conosco bene il tipo di persone che lo votano e questo mi repelle. Civati mi sa tanto di figlio mediano, quello che tanto non si caga nessuno, nè troppo vecchio e visto come maturo come succede col figlio maggiore, nè troppo piccolo e coccoloso, come succede coi fratelli minori e capricciosi.
Sarò combattuto fino all'ultimo nella scelta fra Renzi e Civati.
Il primo squote le mie pulsioni semifascistoidi che vogliono dare una sfolita ad anni di tradizione politiche di sinistra e votarlo mi dà la stessa soddisfazione che mi procura il rumore di uno sciacquone dopo che ho fatto una supercacata; il secondo è la stessa versione, ma con un minore sapore di inquietante populismo, che io sappia non è votato da persone che io ritengo moralmente e intellettivamente discutibili e, specialmente, soddisfa quella dose di anticonformismo masochista tipica nella mia famiglia che ci porta a schierarci sempre con quello che alla fine perde.

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