LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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giovedì 1 agosto 2013

Wolverine: l'immortale

Lo ammetto.
Wolverine non mi fa impazzire come eroe della Marvel.
Non ha il senso dell'umorismo, non ha un supercervello, non ha una multinazionale alle spalle, non vola.
Mena e basta. Caricando perdipiù a testa bassa, forte del fatto che è quai immortale e non rischia niente, senza poter esibire l'alibi dell'essere una creatura primitiva mossa da rabbia furiosa come Hulk.
Nonostante questo, per qualche agione che mi perplime, è uno dei supereroi della Marvel più famosi e ha più apparizioni di quaunque altro eroe nei film della suddetta.
Fatto sta che il suo interprete Hugh Jackman secondo me ci sa fare e lo interpreta a dovere, non bene quanto lo fa Robert Downey Jr. con Iron man, ma è forte.
Metto le mani avanti e premetto che non sono un assiduo e preciso lettore di fumetti della Marvel e che quanto dico si basa su quel poco che conosco e ho letto, su fumetti sparsi e internet.
Wolverine, esule ed eremita dopo le sue avventure, viene contattato da una mistriosa giapponese roscia in grado di predire il futuro (giapponese roscia, certo che la genetica ne fa di cose strane!).
La mutante lo invita a trovare un vecchio capo di una multinazionale, uomo che lui aveva salvato decenni prima a Nagasaki. Il vecchio, in fin di vita, sa della sua immortalità, potere che causa immane sofferenza a Wolerine, dato che è condannato a vedere morire coloro che gli sono accanto o addirittura a ucciderli lui stesso per colpa dei fantasmi del suo lungo passato, senza poter porre fine alla propria vita. Per aiutarlo il vecchio amico gli propone di scambiare le rispettive condizioni: il vecchio vivrà in eterno, lui invece inizierà il naturale decadimento biologico.
A quel punto Wolverine si trova nel bel mezzo di una guerra di successione, con tanto di Yakuza di mezzo, confortato solo dall'idea di essere praticamente circondato da eroine e antagoniste che sono delle fiche niente male.
Wolverine è un duro solitario, di poche parole, si attiene a un rude istinto di sopravvivenza, ma cerca di proteggere anche gli altri.
La sua immortalità verrà messa alla dura prova e, purtroppo per lui, dovrà anche fare ricorso all'ingegno e non alla forza bruta.
Le scene d'azione sono spettacolari e la trama avvincente, meno lineare di quella del precedente Wolverine - le origini. Ciò che contraddistingue questo film dai più recenti episodi di Thor, Avengers e Iron man e la quasi totale assenza della cosiddetta linea comica, frutto forse di una scelta dei creatori di cercare di attenersi in maniera più fedele all'originale. Una scelta che posso anche vagamente condividere, dato che in Iron Man e The Avengers avevano dato troppo spazio alla parte più burlonesca. Wolverine è ossessionato dalla morte, si trova in Giappone, dove la morte ha una ritualizzazione abbastanza robusta, forse è giusto dare un tono più serioso.
Fatto sta che le inevitabili licenze poetiche non mancano e, specie nel finale stonano parecchio e rendono le sequenze finali parecchio opinabili.
In ogni caso meglio del precedente episodio su Wolverine.
In ogni caso, ho notato che la scena dopo i titoli di coda c'è ancora, tuttavia manca il classico cameo di Stan Lee. Accidenti, ho già una vita priva di certezze e mi tolgono pure questa!

Voto 7/10


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