Condivido pienamente tutte le proteste contro la MILF bresciana (appellativo importato da
Marco) del decreto sull’Istruzione. Appoggio pienamente le manifestazioni di piazza e mi oppongo a tutte le repressioni.
Repressioni prima
annunciate da Mr Crescina, dimenticando che non è lui a dover prendere decisioni sulla sicurezza (forse un lapsus che riportava ai bei tempi in cui capo dello stato e ministro degli interni erano la medesima persona?) e poi
smentite da lui stesso il giorno dopo.
Ma queste sono dimenticanze alle quali ci dobbiamo abituare, ce ne saranno tante fino a quando non verrà imposta una lobotomia per tutti gli italiani.
Torniamo alla protesta che, anche se condivido nella sostanza, non appoggio in alcune forme.
Non ha senso che gli studenti dei collettivi impongano un blocco della didattica che impedisce di andare a lezione a me e a tutti gli altri che vogliono.
Il decreto non colpisce direttamente gli studenti, colpisce in particolare tutti i poveri ricercatori che si vedono una carriera castrata e senza possibilità di promozione. Certo, siccome l’università poggia sullo sfruttamento dei ricercatori, se questi non avanzeranno mai la didattica farà sempre più schifo e, a lungo termine, ne saranno colpiti anche gli studenti; per tappare i buchi organizzativi, l’ingresso all’università diventerà ancora più selettivo e impedirà a molte persone di accedere all’università.
Ma, a parte il fatto che trovo che la selezione all’università sia giusta (a che cazzo ti serve sfornare 5000 laureati al mese e con scarsa preparazione se il mercato del lavoro ne assumerà 100?) questa questione non riguarda gli studenti di ora.
Certo, riguarderà loro se rimangono 3 anni fuori corso, ma questa è una cosa alla quale si può rimediare se uno si sbriga e si dà da fare!
Con questa porcata del blocco della didattica rallentiamo tutti quanti.
Senza contare che, siccome c’è sempre qualcuno che occupa ogni anno, questa iniziativa può ottenere, al massimo un trafiletto sulla Repubblica.
Non siamo più al liceo, lo studente serio dell’università non gode quando occupano, perché significa che si è fatto un’ora di viaggio in mezzo al traffico, zingari ed ascelle sudate per niente.
Poteva restarsene a casa, è partito con l’intenzione di fare lezione, ma si è ritrovato fregato.
E chi è che gli ha fatto questo bello scherzetto di occupare?
Altri studenti, solo che questi ultimi, il più spesso delle volte sono dei fuori corso decennali, che stanno parcheggiati in facoltà da anni e ancora non si sono laureati.
Perché dovrebbero seguire lezioni che hanno già visto gli altri anni senza nemmeno superarne l’esame? Facciamo un bel blocco della didattica perché loro le hanno già seguite. Ma io e tanti altri no!
Siccome chi occupa ci ha rinunciato da un bel pezzo a laurearsi in tempo utile si mette a fare casino.
Rompendo le palle anche a me, che invece sto procedendo discretamente e mi sono fatto anche il culo!
È una scelta - rispettabilissima - quella del parcheggiato fuori corso: laurearsi con calma, magari trovarsi un lavoro durante il corso di studi (a meno che non sia un totale irresponsabile), leggere cose che non riguardano esclusivamente il suo corso di studi, occuparsi di politica e fare anche un po’ di casino.
Forse è anche migliore di me, che studio soltanto e che sono un paio di mesi che non leggo qualcosa che non riguardi sempre quello che studio, ma questo non lo autorizza a mettermi i piedi in testa, impedendomi di procedere col mio corso di studi come ho programmato.
Io pago le tasse universitarie (sempre più alte!), le paga anche lui, perché io non devo usufruire di un servizio che ho pagato solo perché lui vuole mandare a puttane il suo corso di studi?
Vogliamo fare mal comune mezzo gaudio?
Fottiti!
Chi fa casino è libero di buttare i soldi delle tasse universitarie come vuole, ma non li faccia buttare anche a me!
Se vuole protestare se ne vada a manifestare, si riunisca gli altri studenti e con uno striscione (servono a questo no?) vada a rappresentare la mia facoltà in piazza.
Ma non mi faccia le barricate nella mia facoltà!
Tanto si sa che quando occupano gli studenti universitari occupano anche i ragazzini del liceo, che non vedono l’ora di tirare fuori il bongo e la maglietta del Che per andare a cantare
bella ciao a piazza Venezia, per poi andare a mangiare con coerenza al McDonald di via del Corso.
Diranno abbasso la Gelmini senza nemmeno sapere di cosa tratta la riforma che vuole fare.
Magari questi manifestano di sabato, così i sedicenni usciranno anche il venerdì sera come gli universitari, così si sentono più grandi!
Universitari, non fate queste minchiate, sennò venite accomunati a questi adolescenti poppanti e allora la Gelmini si sente ancora di più nel diritto di tagliarci i fondi!
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