Riguardo alla manifestazione approvo in pieno, l'ho anche già detto.
È naturale che l'università pubblica si ribelli a questo Governo e alle sue disposizioni, ci vorrebbe una manifestazione anche solo per il fatto che una raccomandata che si atteggia da maestrina come la Gelmini sta dove sta.
Ma continuo a guardare con sospetto alcune forme di questa manifestazione che vanno un po' nel ridicolo e sono quasi masochistiche. Alla manifestazione ci stanno i ricercatori, in quanto categoria più direttamente e violentemente colpita dallo schifo di leggi che quelli del governo hanno in mente; ci stanno i professori, che si ritroveranno comunque danneggiati dalla distruzione della ricerca; ci stanno gli studenti, che si ritroveranno con un'università più costosa e meno efficiente.
Tanto di cappello, appoggio in pieno, fra un po' se mi gira parto anch'io a manifestare.
Però una cosa la devo dire. Gli studenti amano definire questa azione come sciopero degli studenti.
E questa non mi va giù.
Chi sciopera è colui che, invece di lavorare, non lavora.
Studiare è un lavoro?
La prima risposta che darei è affermativa, in quanto studente sono il primo a dire che chi studia (se studia più o meno seriamente) si fa un culo così.
Però vorrei ricordare che - purtroppo - un lavoro è un'attività pagata.
Chi studia non prende soldi anzi, li paga, quindi purtroppo io almeno non mi considero un lavoratore anche se mi faccio il mazzo.
Chi sciopera e ha un lavoro perde una parte dello stipendio perchè ti viene detratta, se tu non lavori ma non perdi niente non stai scioperando!
I ricercatori prendono poco, ma sacrificano una parte di stipendio, seppur significativa, i professori perdono un gioirno di paga, gli studenti no.
Quindi non andiamo a dire in giro che noi scioperiamo perchè in realtà non lo stiamo facendo e ci stiamo comportando come se in realtà avessimo un lavoro e questa è una pippa mentale, specie se gli studenti che scioperano dicono che fanno un lavoro che corrisponde ai loro studi, cosa che succederà - se va bene ed escludendo i raccomandati - fra un bel po' di tempo.
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