LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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domenica 22 febbraio 2009

Il cavaliere oscuro.

Si lamentano che la notte degli Oscar avrà poca audience. Certo, quando sono quasi certi i vincitori è ovvio che la gente perda il gusto nel guardare una premiazione.
È naturale che sia prevista anche la premiazione postuma per Heath Ledger come attore non protagonista.
Primo: è bravo.
Secondo: è morto, e dei morti si parla sempre e solo bene.

Tutto questo giro di parole per introdurre la mia - seppur in ritardo imbarazzante - recensione sul suo ultimo grande film.
Sarebbe inutile cercare di paragonare questo Batman col primo film di Tim Burton.
Sono due grandi film completamente diversi, fatti in due periodi completamente diversi e con stili e messaggi di fondo completamente diversi. Ovvio che uno preferisca uno piuttosto che l'altro, ma se è così è solo perchè si preferisce uno stile all'altro. E ovviamente lo stesso discorso va applicato al Joker di Nicholson e a quello di Ledger!
Batman e il procuratore di Gotham Harvey Dent si sono alleati per combattere il crimine in città, il procuratore è un uomo irreprensibile e completamente dedito nella lotta contro la malavita e Bruce Wayne, sia come Batman che come Bruce Wayne, decide di aiutarlo. L’unico problema è che Dent ha una storia con la sua vecchia fiamma.
Nel bel mezzo di questa lotta appare dal nulla un criminale spietato quanto abile e diabolico: Joker. Questo è un criminale squilibrato, di un’efferatezza quasi ipnotica, così esageratamente malvagio e imprevedibile da spiazzare perfino i criminali che cercano inizialmente a opporsi a lui. La lotta contro questo individuo sconvolgerà Gotham e le vite di tutti i protagonisti.
Le vicende del film scorrono in maniera fulminea, frammentaria, caleidoscopica, lo spettatore riesce a seguire le vicende e gli intrighi del film nonostante la velocità e la sovrapposizione degli eventi. Ma la trama non è importante, il pignolo potrebbe anche fissarsi qualche elemento, qualche passo del film che all’apparenza potrebbe presentare dei buchi logici, delle incongruenze, dei punti che sembrano più che altro dei pretesti per allungare il film di una mezz’ora. Ma la trama in realtà è un semplice sfondo.
Uno sfondo sul quale sono stagliati i vari personaggi del film che si muovono in maniera altrettanto caotica. Il bene e il male sono sfumati, i personaggi si inquadrano con difficoltà in una figura di buono o cattivo, le azioni e le scelte dei personaggi sono come i fotogrammi di una sequenza filmata: guardandoli al rallentatore uno dopo l’altro è difficile stabilire precisamente quand’è che cambia qualcosa, l’unico modo per vedere chiaramente il cambiamento di un personaggio o di una situazione è vederli scorrere insieme.
Ma la velocità con cui cambiano i personaggi all’interno delle vicende è fulminea, quasi inspiegabile e lo spettatore rimarrà molto confuso.
Vedremo un tenente Gordon fare un patto col diavolo, allearsi con Batman anche se dovrebbe cacciarlo; un Batman che dovrebbe farsi avanti per salvare l’alleato Harvey Dent, ma esita; un Lucius Fox (il meccanico tuttofare di Batman) assecondare gli ordini del suo capo, anche se non li condivide.
E ovviamente Harvey Dent, il futuro Due Faccie, che merita un discorso a parte. La sua metamorfosi è rappresentata metaforicamente dalla sua moneta portafortuna.
Prima era a due facce e, ogni volta che la tirava usciva la solita – e unica – risposta, che nel suo caso consisteva nel prendere la scelta che portava alla giustizia. Una volta rovinata la moneta, rimane una faccia intonsa e una sfigurata, che ovviamente rappresenta il male. Dent alias Due Faccie, è il novello Adamo che ha mangiato il frutto della conoscenza del Bene e del Male. Non è più come prima, che concepiva unicamente la via della Giustizia, ora sa che può prendere decisioni giuste, ma anche sbagliate.
E, siccome ha una faccia sfigurata, ha perso la donna della sua vita ed è giustamente incazzato nero col mondo, è molto probabile che sceglierà la via del Male.
Riassunto di tutto questo caos è la spiegazione che Gordon darà al figlio. E temo che il figlio, dopo tutti i traumi che ha subito nel film, diventerà da adulto schizofrenico. Come minimo.
L’unico vincitore di questa tragedia è Joker, che emerge e brilla di luce propria. Non solo perché interpretato divinamente. Ma perché è l’unico punto stabile di tutto il film, è l’unico che si comporta, dall’inizio alla fine, in maniera esecrabile, talmente esecrabile che continua a stupire fino alla fine del film. Paradossalmente è prevedibile nella sua imprevedibilità. Essendo un personaggio che fin dall’inizio fa di tutto per confonderti, oltre a farlo in una maniera terribilmente ermetica e affascinante (spiega più volte come si è procurato la cicatrice sul volto, ma lui stesso dà versioni discordanti) permette allo spettatore di cercare fino alla fine di dare un senso al suo modo di comportarsi. Chiunque abbia visto al film avrà sperato che alla fine Joker avrebbe dato una spiegazione del suo modo di fare, magari avrebbe finalmente spiegato chi e come gli aveva fatto quella cicatrice che ha sul volto, una spiegazione che potesse – almeno in parte – dare uno scopo e capire questo personaggio. Ma questa spiegazione non arriva, anche perché la spiegazione è la più semplice ed autoevidente, per quanto poco soddisfacente e banale.
Joker è il male puro, monocolore, monolitico e inestinguibile, non è mosso dall’opportunismo, né dall’avidità, forse nemmeno dall’odio, è un male che adora solo l’anarchia distruttiva e fine a sé stessa.

Voto 9/10
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

penso che il questo film avrebbe dovuto avere un altro titolo. Per la prima volta non è batman il vero protagonista del film. Joker è sviluppato e recitato in maniere fenomenale e il film è incentrato su di lui.

p.s. il doppiatore di batman non mi è proprio piaciuto come voce

Edric Ant ha detto...

A me l'attore di Batman mi sta un po' sul cazzo. E poi è vegano...

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