Aggiunta dopo la pubblicazione
Notizie sulla tragedia su tutti i giornali (ma lo share televisivo di Bruno Vespa è stato battuto dal Grande Fratello e qui meglio che stendiamo un velo pietosissimo) e, ovviamente, polemiche, polemiche, polemiche!
Si litiga di più dopo la morte di una persona che prima, come se fosse più importante cercare un capro espiatoria che una soluzione. Che tristezza!
Sono felice per il padre di Eluana, finalmente è tutto finito.
Metà degli italiani si è accanita nel difendere la vita di un cadavere, spendendo per questo cure mediche e occupando un letto di cui si poteva servire una persona viva e malata. Il tutto per soddisfare dei frustrati bigotti e il loro amichetto invisibile. Sarebbe bello che il conto delle spese mediche arrivasse a loro e non a Beppe Englaro.
Qualcosa mi dice che con tutte le cazzate che stanno dicendo ora non sapremo mai una cosa abbastanza importante: quanti soldi Englaro ha dovuto dare a quelle adorabili suore, che non solo lo prosciugavano, ma gli impedivano anche di interrompere questa inutile e dolorosa spesa?
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2 commenti:
Chiunque sia: Dio, Allah, o chi altro ha fatto il miracolo di sottrarre la povera Eluana allo sciacallaggio degli uomini! uomini?
Uomini che definiscono vita quella vegetativa?
Allora in nome di Dio o chi per esso, nessuno abbatta mai più un albero o estirpi una radice, pena la scomunica delle superiori gerarchie!
Indovinello: cosa è il canidis sciacallensis?
E’ un animale che (trascrivo da Kipling): "I lupi dell'India disprezzano Tabaqui, perché egli è sempre in giro a far malanni e a raccontar frottole, e si nutre di rifiuti e dei pezzi di pelle che trova nei mucchi di immondizie presso i villaggi. Ma essi lo temono anche perché Tabaqui, più di ogni altro nella Giungla, va soggetto alla rabbia, e allora dimentica che ha sempre avuto paura di tutti e si dà a correre per la foresta e morde tutto ciò che trova sulla sua strada poiché la rabbia è il peggior malanno che possa capitare a un animale selvatico. Noi la chiamiamo Idrofobia, ma essi la chiamano deuanee, la pazzìa, e scappano
@andrea:
io non sono d'accordo con le definizioni univoche tipo "la vita vegetativa è vita" / "non è vita", entrambe. una è vera ma non è adeguata, l'altra invece è adeguata ma è falsa, perché ovviamente finché non ti seppelliscono sei vivo, fino a prova contraria.
l'unico discorso accettabile è "ne vale la pena ?", poi il singolo decide. in questo senso una volta chiarita la volontà di ognuno si smette di fare qualsiasi discorso ideologico, per cui esattamente come i radicali smetteranno di rompere le palle a chi "vuole permanere ad nauseam in stato vegetativo" anche i chierichetti smetteranno di dire a chi vuole suicidarsi cosa deve fare.
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