LO SCEMO DEL VILLAGGIO
Per lamentele, piagnistei, insulti e querele scrivete a tanci86@fastwebnet.it. Mandate anche una mail allo studio legale Culetti&Lopuppa & sons (mail: lopuppa.culetti@libero.it) da oggi anche su Facebook!

Padre, ho peccato: seguo questo blog!

martedì 13 dicembre 2011

London bridge is falling down. Part one.

Il paese che avevo menzionato nel post precedente era nientepopodimeno che l'inghilterra.
Non ero mai stato a Londra e non ero neanche tanto entusiasta dell'idea, dato che la trovavo assai mainstream e non ho mai nutrito grandi simpatie per gli inglesi. Tuttavia devo dire che è stato un soggiorno piacevole e istruttivo rispetto ai miei svariati pregiudizi sui roast beef.
Alcuni pregiudizi si sono dimostrati veritieri, altri no.
Primo impatto con l'hotel: pessimo.
Probabilmente era proporzionato rispetto al costo, molto basso per gli standard londinesi.
Abbiamo soggiornato in una di quelle tipiche casette a 2-3 piani all'inglese.
Le stanze erano terribilmente piccole, il bagno non aveva solo l'inevitabile handicap dei paesi senza l'illuminante presenza del bidet, ma aveva anche un sistema di riscaldamento dell'acqua antiquato; il riscaldamento nelle stanze era scarso, mentre nella reception si crepava dal caldo (certo, lo staff sta al calduccio e gli ospiti crepano!); niente traccia della gloriosa colazione britannica la mattina dopo, che io ero fermamente deciso a provare, mentre mi sono ritrovato a ripiegare su un triste tost con marmellata e tazzina di tè.
Gli inglesi sono molto ordinati a livello urbanistico, come del resto in tutto il esto: nella mia zona i quartieri residenziali erano chiarmamente distinti da quelli commerciali. Le case sono tutte uguali: il primo giorno sono entrato per sbaglio in un hotel che era uguale in tutto e per tutto a quello dove alloggiavo, ne era un'esatta riproduzione nella forma e in tutte le componenti, dalla fontana fuori ai pakistani alla reception.


Primo pregiudizio: gli inglesi sono stronzi.
Dannatamente vero.
Mi è capitato di trovarmi a Londra proprio nei giorni in chi la Gran Bretagna aveva deciso di uscire dall'Unione europea e questo è un chiaro esempio della loro stronzaggine.
Il che è forse il motivo per il quale i miei hanno avuto problemi con le carte di credito continentali, puntualmente risucchiate dai bancomat senza neanche un preavviso. Forse un problema dovuto alle banche inglesi che iniziavano la loro guerra con le banche di appartenenza dei turisti europei. Per fortuna nel gruppo avevamo altre carte di credito o finivamo male.
La scelta politica in sè non è nenache tanto grave, più che altro perchè prima o poi l'avrebbero fatto. Ovviamente gli inglesi ci mollano nel momento di maggiore crisi.
Del resto, era inevitabile.
Gli inglesi non hanno mai voluto far parte dell'Europa e non hanno mai fatto quasi niente per essa, nello stesso modo in cui l'Europa non hai fatto quasi niente per lei. Meglio un atteggiamento come il loro, che hanno da subito detto che non volevano averci niente a che fare, piuttosto che fare come gli svariati paesi che sono europei che sono entrati, ma che continuano a minacciare di uscirne perchè si lasciano prendere dai rispettivi ridicoli nazionalismi. Gli inglesi non vogliono far parte dell'EU perchè sono i difensori del Libero Mercato, gli altri paesi non vogliono farne parte per colpa delle loro paranoie scioviniste. Alla lunga anche la scelta inglese della religione del libero mercato li porterà alla rovina, perchè li ha isolati, ma almeno loro sono partiti da presupposti un tantino più razionali. Dicevo, il problema non è che l'Inghilterra abbia scelto egoisticamente di correre da sola, il problema è che ha accusato l'Europa di averle imposto questa scelta: i giornali inglesi accusano l'Europa di aver voltato le spalle all'Inghilterra, non viceversa. È questo falso vittimismo che mi ha dato al voltastomaco.

La nostra vacanza è stata prevalente improntata a giri per musei.


Ovviamente i loro musei sono strapieni di opere d'arte italiane e non. Non ho scattato la proverbiale foto alla stele di Rosetta perchè mi infastidiva dovermi far largo fra i soliti millecinquecento turisti armati di macchinetta fotografica per scattarle una foto, un po' come mi è capitato di fronte alla Gioconda al Louvre. L'ho vista e basta perchè, per quanto importante sia, non trovo giusto che debba meritare un'attenzione dieci volte superiore ad altre decine di reperti archeologici poco meno o altrettanto importanti.


Non mi ha infastidito il fatto che i loro musei d'arte sarebbero vuoti se dovessero fare riferimento solo alle loro opere d'arte, in fondo anche Germania e Francia hanno trafugato in giro per il mondo opere d'arte provenienti da altre culture.


Mi diverte l'idea che, mentre nel resto del mondo venivano costruite piramidi, templi, statue pregiate e dipinti inarrivabili, i discendenti degli attuali britannici al massimo erano in grado di costruire capanne di paglia e merda.


Nei primi giorni ero rimasto piacevolmente colpito dal fatto che l'entrata in quasi tutti i musei fosse gratuita con la possibilità non obbligatoria di lasciare un'offerta. Una gran cosa devo dire.


Tutti potevano accedere liberamente per ammirare qualcosa di elevato senza pagare, oltretutto i contenitori delle offerte erano ugualmente colmi a riprova del fatto che, anche se non obbligati, i frequentatori sono ben disposti al lasciare qualcosa.


In Italia non succederebbe mai una cosa così.


Spinto da questo fervore di elevata umanità, durante la prima visita ho lasciato 5 euro nella cassetta (un po' perchè non avevo le sterline, un po' per provocazione per il fatto che si impongono a non voler far parte della Moneta Unica).


In seguito mi sono ricreduto e ho smesso di lasicare soldi in offerta.


Sapete quando costano una visita alla torre di Londra o alla chiesa di Westmister?


Più di 15 sterline.


Gli inglesi permettono ai turisti di vedere a gratis migliaia di opere d'arte trafugate per il mondo, ma quando si tratta di visitare quei quattro monumenti loro, si fanno pagare a peso d'oro come se fossero le uniche cose belle che si trovano sulla Terra!


Da allora la non sofferta decisione di guardare i loro monumenti da fuori.

Un punto a favore degli inglesi.


Da loro esiste un'Opposizione contro il Governo Conservatore.


La scelta di uscire dall'europa è stata fortemente criticata in questi giorni e questo è solo uno dei due sit in che mi è capitato di vedere. Fra l'altro ci vuole un bel coraggio a dormire in tenda con quel cavolo di freddo!


Secondo pregiudizio: gli inglesi mangiano male.
Falso.
Ripeto che gli inglesi credono nel libero mercato e nella sconfinata varietà di scelte che esso permette. Questo significa che se, se cerchi bene, puoi trovare da mangiare bene spendendo tanto o poco; oppure mangiare merda spendendo tanto o poco.
Abbiamo mangiato cibo armeno, spagnolo, pakistano, indiano e perfino inglese. In quest'ultimo caso ho provato l'English breakfast (però posticipata a ora di pranzo per motivi più che altro organizzativi) e il tipico pasticcio di carne inglese, magari non era poi tanto buono, ma rendeva bene l'atmosfera e mi sono divertito all'idea di mangiare un pasticcio di carne umana come in Sweeney Todd.
Nel ristorante che ho raffigurato sopra si mangiava merda spendendo poco per fortuna.
Si trattava di un ristorante cinese per vegani, dove anche le pietanze che assomigliavano a dei gamberi e sapevano vagamente di gamberi non erano gamberi. Più che altro il problema di questo ristoranze era che non si erano presi la briga di scaldare a dovere quello che servivano. La cosa strana del ristorante era che, anche se i camerieri erano cinesi, il padrone era un bianco.
Fra l'altro quest'ultimo cercava molto malamente di essere simpatico con gli avventori.
Vai a capire la storia di questo individuo. Probabilmente un vegano con la sacra crociata di istruire il mondo alla cucina senza uccisione di animali. Non so come funzioni in Ighilterra, ma almeno in Italia i cinesi sono molto autoreferenziali e non succede mai che degli asiatici prendano ordini da un europeo, tantomeno in un ristorante orientale!


Trovo che quel tizio fosse comunque un po' inquietante, uno di quelli che ama gli animali ed è pronto alla battuta, ma che si diletta s tuprare le dipendenti dopo aver fatto loro ingerire della date rape drug.


Vegano inquietante a parte, abbiamo mangiato anche bene, basta cercare a dovere.



Tanto per rimanere in tema rispetto a individui inquetanti, ecco qui sopra un negozio specializzato nella vendita di articoli per spie. Certo, viviamo nella patria di James Bond, ma non tutti i guardoni sono al servizio di Sua Maestà. C'era di tutto, dai gadget più classici a quelli più grotteschi: vetri antiproiettile, visori notturni, cimici, perfino una moto ad acqua sottomarina!


Senza contare le pringles da appostamento.


Stalker, accorrete!



Gli inglesi sono molto maestrine. Hanno un atteggiamento che oscilla dal divertito al conciliante quando si trovano di fronte a uno straniero che non capisce qualcosa di ovvio per loro. Chiedere loro uno sforzo di fantasia, per cercare di mettersi nei panni dell'altro per capire che è normale sentirsi spaesati in un paese così alieno dal resto del mondo, è una battaglia impossibile.


Gli inglesi sono molto chiusi nei confronti del resto del mondo.


Ma non lo fanno per sciovinismo, dato che andrebbe contro la loro essenza, che si fonda sul liberalismo. Sono tolleranti verso il resto del mondo, lo tollerano senza capirlo, dato che non ne sono capaci. Si sentono superiori rispetto agli altri paesi, ma non per malignità o nazionalismo. Lo fanno per mancanza di fantasia, credono che non sia possibile un mondo diverso dal loro e, poichè non sono in grado di immaginare un mondo migliore, si attengono alla tradizione, perpetuandola fino all'infinito.


L'immagine di sopra credo sia il riassunto di quello che ho detto. Tutto il mondo ha la guida a destra, loro ce l'hanno a sinistra. Con una flemma tipicamente britannicoa, gli inglesi ci fanno capire che la giusta direzione dove guardare è dalla parte opposta rispetto a quella dove siamo abituati a guardare. Se non altro hanbno capito che questa loro diversità rischia di causare un bel po' di morti al giorno. Non so quanto sia utile, dato che non molte persone guardano per terra, ma credo sia un buon segno, dato che hanno almeno capito che sono l'unico paese che fa come cazzo gli pare rispetto alle regole stradali. Per fortuna i guidatori inglesi sono ben più civili e attenti di quelli italiani e di molti altri paesi.






Ammetto che la mia esperienza di viaggio, in quanto contestualizzata al solo periodo natalizio, non può essere generalizzata tutto l'anno.
L'atmosfera natalizia si sente alla grande in Inghilterra.

Da loro non c'è la crisi.

Per ora.


Piccadilly Circus è una continua fiumana di gente, non come via del corso da noi, dove ci sono 4 gatti, perlopiù stranieri. Sotto natale gli inglesi comprano a più non posso e girano sorridenti. I soldi sono tanti, il lavoro anche, il traffico è poco grazie a dei mezzi realmente efficienti. Le strade sono affolate da famiglie, giovani, gruppi di babbi natale vestiti per non so quale evento, bande musicali e banchetti della American Express che distribuiscono buste ecologiche e palloncini con sopra il relativo logo.
Lungo piccadilly abbiamo perfino incrociato una maxi svendita di articoli vari in quella che non ho ben capito se era una sede di proprietà o affittata dalla National Geographics, all'interno della quale si vendeva di tutto, da vecchi dvd alle cravatte con sopra il marchio della rivista.
Se questo non è consumismo!
Nonostante questo ambiente altamente ricco e consumistico saltano all'occhio i nei di un simile contesto. Vi era una maxi svendita di prodotti di cosmesi. Il che non immagino sia buono sotto natale, immagino quindi che il negozio stesse sparando le ultime cartuccie per evitare il fallimento, o almeno ricavare un'ultima inizione di liquidi.
Un intero viale pieno di gente sorridente, mentre un negozio esalava gli ultimi respiri.
La legge del liberismo. In un'ottica marcatamente darwiniana (mica è un caso che nasce proprio in Inghilterra) nella giungla del mercato i più deboli crollano sotto l'indifferenza.







Gli inglesi odiano gli italiani. E una volta l'odio era ricambiato, anche se ora molti italiani hanno iniziato ad apprezzare l'Inghilterra. Forse l'odio è diventato un paternalistico senso di superiorità, ma resta il fatto che non corre buon sangue. Sopra è riportata una vignetta della seconda guerra mondiale. Con un finissimo gioco di parole gli inglesi paragonano gli italiani sul fronte nordafricano a delle mosche. Sempre restando in argomento africano, il British Museum esponeva un quadro etiope dells sconfitta italiana ad Adua. Della serie vi siete fatti battere pure da un popolo che fa questi quadri simili a quelli di una classe elementare.





Non capisco tutto quest'odio. A parte l'affondamento di un bel paio di corazzate da parte dei maiali in genere erano gli italiani a subire ricche e umilianti botte da parte degli inglesi.









Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Nessun commento:

NEL NOME DELL'ODIO

Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA
QUINDI NON ROMPETE. GRAZIE.
free counters