A conti fatti, anche qui deve dividere il ruolo di protagonista con un altro personaggio e, se alla fine primeggia, è solo perchè l'altro è un cane e non può parlare!
Owen Wilson, novello sposo di Jennifer Aniston, è un giornalista che si trasferisce insieme alla moglie in Florida. Come personaggio, è molto simile a quelli del passato: pacato, gentile, un po' troppo remissivo e gioviale. In casa la moglie è quella che comanda e lui decide di tenerla buona regalandole un cane, tanto carino all'inizio, ma che poi cresce e inizia a farla da padrone. Mentre questo cane cresce e fa guai, il padrone inizia a ritagliarsi uno spazio nella sua redazione, cambiando stile di scrittura, cambiando argomento e finendo per diventare l'autore di una rubrica tutta sua incentrata fondamentalmente sul suo cane. Carino il modo in cui il personaggio evolve col passare degli anni, cambiando le sue prospettive, cambiando quelle della moglie, Wilson diventa un padre di famiglia, cambia città con i suoi cari che lo seguono, cambia lavoro perchè non lo soddisfa, ma poi si rende conto che stava bene prima. E il cane, che è parte integrante della famiglia, lo segue nei suoi movimenti. Un film vagamente filosofico, anche se dal messaggio banalotto: fondamentalmente noi uomini ci muoviamo in continuazione e non siamo mai soddisfatti, mentre i cani sono felici comunque, se hanno un padrone che tiene a loro.
Niente di che però.
Il film non è particolarmente divertente, nella prima parte ha un bel ritmo ed è simpatico, ma in quella finale rallenta e non c'è niente che compensi questa caduta nel ritmo.
Non male Owen Wilson. Ma piuttosto anonimo, è la sua tragedia!
Voto 5/10
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3 commenti:
perdio!! cambiate lo sfondo nero, che poi col cacchio che arrivo fino alla fine!!
Giammai! Il nero sta bene su tutto
questo blu abbronzato va già meglio! grazie per la prontezza.
il solito anonimo, cioè BUDDA
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