LO SCEMO DEL VILLAGGIO
Per lamentele, piagnistei, insulti e querele scrivete a tanci86@fastwebnet.it. Mandate anche una mail allo studio legale Culetti&Lopuppa & sons (mail: lopuppa.culetti@libero.it) da oggi anche su Facebook!

Padre, ho peccato: seguo questo blog!

sabato 25 settembre 2010

La solitudine dei numeri primi

Sarebbe interessante vedere le differenze fra il film e il libro, vedere quante parti hanno aggiunto nel film e quante ne hanno trascurato.
Tuttavia mi manca il tempo per leggere il libro dopo il film. E anche la voglia, perchè mi basta la mazzata del film.
Il film narra le tragiche storie di Alice e Mattia, due individui le cui vite sono state rovinate da tragici incidenti e la cui precaria stabilità mentale è stata causata e peggiorata da genitori irresponsabili e senza ritegno. Le loro tristissime vite si intrecciano in una sofferta storia d'amore.
Una mazzata infinita sulle palle.
Il film, nonostante l'oneroso carico di melodrammatici eventi si trascina lentamente durante la trama adottando però una serie di buoni espedienti e colpi di scena che stupiscono lo spettatore e lo rendono a poco e poco di quello che è successo nel passato di questi due immensamente sfortunati individui. Il risultato è un carico di contenuti depressivi sostituito da un mix di contenuti depressivi e angoscianti. Personalmente preferisco leggermente il mix allo stile monocromatico depressivo.
Il film riesce a inserire alcuni elementi comici o involontariamente comici fra una tragedia e l'altra. Anche se si tratta di gag oggettivamente insignificanti e di scambi tragicomicamente ridicoli fra i due personaggi, riescono a rompere brevemente quel velo melodrammatico che offusca l'intero film e costituiscono una e propria mano santa.
Gli attori sono ben scelti e ben gestiti ed è una buona mossa, perchè se infilavano in questa storia anche un solo attore mediocre questo film era da suicidio assicurato.
Le musiche sono abbastanza carine, peccato che a volte siano messe quando non servono, ad esempio vi è una sovrapposizione particolarmente infelice di una musica proprio quando si menziona il perchè del titolo del film.
I numeri primi si dividono solo per 1 o per sè stessi, il che significa che una particolare persona è condannata a vivere da sola o a dividere la propria vita con una persona uguale a essa. In questo caso i due protagonisti, data la tragicità delle loro vite, sono destinati a stare insieme, perchè nessun altro li potrebbe capire.
Il film è stato tollerabile fino a 20 minuti dalla fine, potevano farlo finire 20 minuti prima, dato che ormai si era visto tutto quello che si doveva vedere.
Tutto si era ben ricollegato, tutti i misteri erano stati svelati, le storie e le personalità dei personaggi (turbe psichiche comprese) avevano ormai trovato una spiegazione, si attendeva solo che arrivasse un finale a conludere il tutto.
Invece hanno deciso di costringere il pubblico a un'ultimo, ingiusto sforzo, costringendolo a sorbirsi una parte del film resa ulteriormente più lenta e decisamente superflua. Se uno è riuscito a tollerare il film fino a quel momento, ha ceduto in quell'ultima, sadica e ultima parte.

Voto 6/10
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Nessun commento:

NEL NOME DELL'ODIO

Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA
QUINDI NON ROMPETE. GRAZIE.
free counters