LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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domenica 30 marzo 2008

Io sono leggenda.

In un mondo decimato da una pandemia di proporzioni mondiali, le città sono state spopolate dagli uomini e una parte di essi ha subito delle mutazioni genetiche che li ha trasformati in mostri famelici e aggressivi, che citando Rufus, sono degli zombi organizzati e meno fregnoni. Solo Robert Neville (Will Smith), unico umano sopravvissuto immune al virus, si aggira per le strade di una desolata New York in cerca di altri umani sopravvissuti e di una cura per il virus.
Il film, specialmente nel primo tempo, mi è piaciuto veramente molto.
E’ un’eccellente rappresentazione della tematica della solitudine, che vede il protagonista aggirarsi solo per la città fantasma, con l’unica compagnia del suo cane. A tratti ricorda un poco Cast Away, solo che a differenza di quest’ultimo è più profondo, affrontato in maniera più articolata e con un buono humor, che vede Will Smith parlare in continuazione col cane e coi manichini che ha disposto appositamente nei centri commerciali per evitare l’alienazione e descrive anche la sua reazione quando scopre di non essere rimasto solo in quella Terra desolata. Il tutto tenuto insieme dalla recitazione che, interamente nelle mani di Will Smith, è senz’altro un punto forte del film. La colonna sonora a volte è di una tristezza inenarrabile, ma è bellissima.
All’inizio lo spettatore si trova calato in un mondo misterioso, desolato, inspiegabilmente inanimato e, grazie ai flashback e agli eventi che seguono fino alla fine, arriva a capire poco a poco i dettagli della catastrofe che ha colpito il Pianeta e della vita del protagonista.
Il tutto permette di mantenere durante l’intero film la tensione necessaria a tenere il fiato sospeso dello spettatore e a ricostruire, tassello per tassello, la storia che precede gli eventi della New York deserta.
Purtroppo, questo va detto, alcuni punti lasciati in sospeso nel primo tempo, non vengono chiariti nel secondo. Non avendo letto il libro ho evitato quella delusione che segue quasi sempre la visione di un film tratto da un romanzo, ma non ho nemmeno capito alcuni dettagli accennati nel film e che nel testo immagino siano trattati. Credo che i registi non avrebbero fatto male a nessuno se solo avessero allungato il film di una trentina di minuti, avrebbero permesso di spiegare alcuni punti riguardo il virus letale che – secondo me – andavano approfonditi.
Trenta minuti in più non avrebbero guastato e non avrebbero nemmeno reso più noioso il film dato che le due ore di visione sono passate veloci e lisce come l’olio. Ma evidentemente, il budget aveva i suoi limiti, purtroppo.

Voto 8/10 (voglio dare un numero tondo e lo vedo più da arrotondare all'8, specie per andare contro alle critiche di qualche fesso che lo ha definito un brutto film.)
Riporto qui il finale originale e quello alternativo del film. Quale preferite?

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