Premetto che Capitan America è uno degli eroi Marvel che mi affascina meno.
Troppo buono, troppo onesto, troppo precisino.
Se proprio volevano prendere un uomo degli anni '40 trapiantato nei giorni nostri era meglio farlo razzista e maschilista, allora sì che il divertimento era assicurato!
Ma la Disney, che storpia tante cose, ha preferito lasciare intaccata questa sua caratteristica dell'originale.
Grande la presenza di Robert Redford e menzione d'onore alla Vedova Nera che, scherzando scherzando, è l'eroina che ha totalizzato più presenze nei film della Marvel.
E i miei occhi sono grati di ciò.
Dopo la battaglia di New York, avvenuta nell'ancora insuperabile Avengers, proseguono le vite dei supereroi e dei terrestri, che ormai non possono più negare che ci sia qualcun altro nell'Universo.
I più avvelenati di tutti sono quelli della S.H.I.E.L.D., capeggiati da un sempre più burbero e cinico nick Fury. La terra sa, ed è sempre meno controllabile.
Il film parte con una missione poco impegnativa, che ci dà quel giusto incipit di azione e spacconerie, ma dopo la sua fine iniziano a spuntare interrogativi inquietanti.
Dopo l'inizio incalzante inizia una fase investigativa, dove non ci si può fidare di nessuno e dove i nostri eroi saranno braccati a contatto stretto, vivendo in una società dove è praticamente impossibile muovere un passo senza evitare di essere registrati in qualche modo in un database informatico.
Anche se emergono degli spunti sfiziosi su questo lato che possiamo definire di denuncia al controllo informatico, questa fase è un poco lenta, forse anche un poco approssimativa e con dialoghi a volte un po' cretini. È anche possibile che quest'ultimo tasto dolente non sia da attribuire alla sceneggiatura originale, ma all'imbarazzante traduzione italiana, che si lascia sfuggire imbarazzanti strafalcioni che sono individuati persino da me, che sono un profano.
Si riprende nel finale, potente.
Ci sta qualche colpo di scena, anche se, da quando ho iniziato a vedere Agent of SHIELD, ho imparato a stupirmi di meno quando rispuntano fuori certi personaggi nel Mondo Marvel.
Eccezionale la citazione finale che riguarda Samuel Jackson.
Nel complesso: un pizzichino sotto rispetto al seguito di Thor e ancora molto lontano dal capolavoro di The Avengers.
Ma non male.
Voto 7/10
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NEL NOME DELL'ODIO
Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.
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