LO SCEMO DEL VILLAGGIO
Per lamentele, piagnistei, insulti e querele scrivete a tanci86@fastwebnet.it. Mandate anche una mail allo studio legale Culetti&Lopuppa & sons (mail: lopuppa.culetti@libero.it) da oggi anche su Facebook!

Padre, ho peccato: seguo questo blog!

domenica 7 ottobre 2012

Mostra su Doisneau

Ieri sono andato alla notte dei musei qui a Roma. La fila è tanta, a riprova del fatto che gli italiani sono sono disposti a fare km di fila e fare l'autoscontro per il parcheggio o le gomitate nei nostri pietosi bus per due motivi: i lussi o le cose gratis.
La frequentazione del luogo, molto in linea con lo stereotipo, è rappresentata da un buon 70% di hipster coi quali, devo ammettere con molta vergogna, mi sono in parte mimetizzato indossando una camicia a quadri finto trasandata. Non è male come posto se uno vuole rimorchiare, dato che la fauna è interessante assai.
Ci siamo fatti questi bei 40 min di fila, ma alla fine siamo arrivati alla mostra, che ospitava alcune delle foto di Doisneau e una mostra a parte sull'Afganistan, anch'essa molto suggestiva.
Non mi intendo di fotografia, non ho letto libri o fatto corsi a riguardo e sono un fotografo molto scadente.
Per quello che ho capito in questa mostra il punto di forza dell'arte fotografica consiste nell'immortalare l'istante, il tempo che altrimenti scorrerebbe ininterrottamente.
Normalmente la realtà è in continuo movimento, un oggetto cambia sempre, non è mai uguale a se stesso.
Con la fotografia questo problema non si pone.
La fotagrafia blocca la realtà, la immobilizza.
Viene da sè che per immortalare la realtà autentica e genuina bisogna cogliere l'oggetto della rappresentazione privo di facciate, difese, artifici.
Con la pittura questo non può succedere, dato che nella maggior parte dei casi il modello, quando è vivente è costretto ad assumere una postura comoda per lui e/o per l'artista.
Quando però il fotografo scatta una foto a un soggetto impreparato, senza che abbia il tempo di aggiustarsi o rappresentarsi come più gli fa comodo, allora si coglie la spontaneità.
Dosneau è specializzato in questo. La maggior parte delle sue foto non sono paesaggistiche o in false pose, molte sono fatte per ritrarre le persone mentre no sanno di essere oggetto di una fotografia.
E così mostrano la parte più autentica, le smorfie meno fotogeniche, ma più genuine.
Viene anche da sè che Doisneau è una figura che ora non avrebbe potuto lavorare al meglio.
Viviamo in un epoca dove i tuoi amici ti fanno 2 palle così perchè li hai taggati su una foto di fakebook che non piace loro, figuraiamo ci se un fotografo è in grado di scattare delle foto mentre le persone non sanno di essere oggetto di fotografie. Figuraiamoci se poi spera pure di guadagnarci sopra!
Con l'importanza che il mondo occidentale dà alla propria privacy, oscillante dall'esibizionismo più malsano alla ritrosia più ipocrita e profumiera, non c'è la possibilità di cogliere quell'autenticità che una volta si coglieva. Forse puoi combinare qualcosa se scatti qualche foto nel Terzo Mondo.
Lì almeno non ti rompono le palle!

Nessun commento:

NEL NOME DELL'ODIO

Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA
QUINDI NON ROMPETE. GRAZIE.
free counters