Oggi è l'anniversario dell'armistizio del '43.
L'armistizio doveva teoricamente porre fine alla guerra, sancendo l'uscita dell'Italia dal conflitto.
Non fu così.
La guerra sarebbe durata fino al '45, con i massacri annessi.
Puntare il dito su un solo colpevole è banale e inefficace.
La colpa di altri 2 anni di guerra non si può dare a una persona.
2 anni di guerra ai quali si aggiunge il crollo della credibilità italiana che praticamente stiamo tutt'ora pagando.
L'Italia era entrata in guerra con la Germania e con l'armistizio si tirava fuori dai giochi.
Effettivamente non c'è da stupirsi del fatto che i tedeschi ci siano andati giù pesante (senza giustificarli ovviamente!).
La scelta di abbandonare il conflitto quando solo la Sicilia era stata conquistata fu un'idea di Badoglio, dei Savoia e dei vecchi gerarchi fascisti, una bella riunione di gente senza nè intelligenza nè palle, che decisero di arrendersi subito per evitare quello che meritavano. I Savoia e Badoglio si salvarono, ma la stessa cosa non capitò a centinaia di militari italiani che si videro attaccati dai tedeschi senza neanche sapere che i loro capi se l'erano data a gambe levate.
I tedeschi già sapevano tutto, perché i Savoia e i loro compari cospiratori non erano stati solo così vigliacchi da chiedere l'armistizio agli Alleati, ma erano stati così scemi che si fecero scoprire dai tedeschi.
Di lì allora gli italiani si sono ritrovati in una guerra che ancora continuava, anche se teoricamente non c'era più.
2 anni sono tanti.
La loro troppo lunga durata si può far derivare da diversi fattori.
La tenacia dei tedeschi nella difesa; la conformazione del territorio; l'incapacità della quasi totalità dei generali alleati; e, diciamolo, anche un'efficienza della Resistenza non comparabile alle omologhe europee.
C'è poco da festeggiare.
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