LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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sabato 19 novembre 2011

Evora

Questa settimana sono stato ad Evora in Portogallo per motivi di studio e lavoro e ho potuto vedere la città nei momenti di pausa.
La compagia aerea con cui siamo partiti era di quelle a basso costo e si vedeva, durante il volo qualsiasi cosa prendevi dovevi pagare il sovrapprezzo e a una certa il personale di volo ha cercato di rifilare ai passeggeri dei biglietti della lotteria della compagnia aerea con un tono da animatore vacanziero. Molto triste.
La permanenza è stata breve, ma la città è piccina e la si può vedere in poco tempo. È una città carina, nominata nell''86 come patrimonio dell'Umanità.
Famosa specialmente per l'Università, seconda solo a quella di Coimbra, è una di quelle cittadine universitarie che non esistono qui in Italia, dato che da noi la cittadina è sinonimo di burini e le strutture d'istruzione avanzata decenti le trovi solo nella blgia cittadina.
Evora, invece, riesce a unire le caratteristiche e la tanquillità di una città di provincia all'eccellenza di un luogo dove si sfornano laureati.
La prima conseguenza è prettamente anagrafica. Non esiste la mezza età: in giro vedi o studenti universitari che studiano e/o lavorano sul luogo o vecchi autocnoni. Il che è buono se consideri che qui in italia siamo abituati a vedere il ristagno generazionale di paesi dove abitano tutti vecchi e i giovani più svegli scappano in città.
A Evora trovi invece una città vitale, dove ad esempio ho notato una marea di studi legali. Là evidentemente una Laurea in Giurisprudenza porta a qualcosa nel breve tempo.


Durante i miei giri mi sono ritrovato a pensare spesso al Portogallo, cercando di capire come classificarlo. Da una parte è un paese fortemente cattolico della penisola iberica, quindi con un modello più tendente a quello mediterraneo; dall'altra il Mediterraneo c'entra poco, dato che il paese è bagnato solo dall'Atlantico. Da una parte è un paese povero, il che lo colloca nel gruppo dei paesi Europei meno abbienti come Grecia, Spagna e, aimè, Italia; dall'altra i portoghesi poco ci tengono a essere messi sullo stesso piano degli spagnoli, anche se hanno avuto un passato coloniale assai simile. Mi aspettavo di trovarmi di fronte a un paese atlantico più povero degli omologhi europei più a nord, ma questa categoria non ha retto. Sicuramente nelle zone più a nord del Portogallo non è così, ma la zona dove sono stato io era molto simile all'Italia.
Il clima, ad esempio, è molto simile, mi aspettavo anzi di trovare delle temperature particolarmente rigide - atlantiche per l'appunto! - ma ho invece constatato che faceva meno freddo là di quanto ne faccia qua in questi giorni; al massimo qualche pioggia violenta e a intermittenza che qua non siamo abituati a vedere.
Altro punto che definitivamente scardina l'ipotesi del paese povero atlantico è il cibo: dannatamente buono e basato su grassi animali, ma anche vegetali, un'alimentazione molto simile a quella mediterranea.
L'ultimo punto sono i tratti somatici. I portoghesi sono in gran parte tracagnotti, bassotti e parecchio pelosi. Anche le donne. Scherzi a parte, le donne sono mediamente bassine e in carne, mediamente non bellissime, anche se vi sono delle eccellenti eccezioni; le più fighe comunque sono quelle importate dalle colonie. Ma è una questione di gusti.

Qui sopra vedete il tetto di una delle cattedrali di cui ricordo il nome. È brutto dire cose banali, ma le chiese nostrane hanno poco da invidiare (anche se io prediligo il gotico-romanico come in questo caso), specie se contiamo che in Portogallo l'ingresso era spesso a pagamento, anche se simbolico. Apriamo il discorso sul costo della vita. Assai basso, sicuramente perchè proporzionato agli stipendi, tempo fa avevo visto il rapporto fra costo della vita e stipendi dei professori ed era peggiore dell'Italia, ma non so se vale per tutte le categorie professionali e neanche se la situazione di allora è migliorata o peggiorata. In ogni caso i portoghesi non fanno i ladri col turismo e sono ben organizzati. Hanno un paio di monumenti e li sfruttano bene, senza abbandonarli, ma anche senza farne delle trappole mangiasoldi per turisti.
Questo è un problema di noi italiani.
Siamo dei poveracci, ma ancora ci atteggiamo come se fossimo ricchi sfondati, pur non essendolo.
Abbiamo delle infinite potenzialità nel settore del turismo, ma nn le valorizziamo, perchè riteniamo che i paesi che campano di turismo siano quelli più poveri e spendiamo soldi per potenziare un'industria che fa pena.
I portoghesi non hanno questo problema.
La loro industria è semplicemente inesistente, come in Spagna avevano una potenza economica coloniale che disponeva di materie prime che poi non era in grado di lavorare per ricavarne beni di consumo come hanno saputo invece fare in Francia, Germania, Olanda e Ingliterra.
E ora che si sono ritrovati senza una struttura industriale e senza colonie che forniscono materie prime, hanno ripiegato interamente sul terziario.
Non stanno meglio di noi, per carità, ma almeno riescono a fare qualcosa meglio di noi e con molte meno risorse.
Ah, a proposito di turismo.
Ho letto là uno studio che dice i principali paesi da cui provengono i turisti che visitano l'Alentejo sono: Germania, Spagna, Olanda, Inghilterra, Francia, Germania.
Niente Italia, forse perchè abbiamo meno soldi, forse perchè, se proprio devi andare più a ovest della Spagna, tantovale attraversare direttamente l'oceano.
Questo vuol dire che non abbiamo incontrato fastidiosi connazionali, come in genere succede assai spesso in un paese straniero.


Bellissimo!


Passiamo all'Università, che ho già detto essere la migliore nel Portogallo dopo Coimbra.
L'edificio è stato fondato nel XVI secolo dai gesuiti (che sanno trattarsi bene), ma è a lungo rimasto inattivo a livello accademico fino alla sua apertura, avvenuta molto tempo dopo.

Questa sopra è un aula di lezione, di quelle aule che probabilmente dalle nostre parti si trovano raramente, se non mai, anche perchè sistemare una elaborata parete di asulejos o qualsiasi altro elemento eccellente su un muro in Italia significherebbe uno spreco di soldi perchè arriverebbe l'inevitabile idiota criminale che la imbratta con scritte d'amore o lodi al camerata Marino.

Evitiamo però di essere troppo provinciali e di considerare oro tutto ciò che sta al di fuori dell'italia. Ringrazio mio fratello per questo fortunato scatto ratto dalle discrete dimensioni che si aggirava beato alla luce del sole alentejano, alla faccia della pulizia. Non era comunque dalle parti dell'Università. E resto ancora dell'idea che Evora sia una città molto più pulita di Roma, ma anche di molte città molto più piccole e delle sue stesse dimensioni.



Abbiamo anche incontrato un corteo politico e, a giudicare dlla quantità di bandiere rosse e di scritte contro le conversioni dal pubblico al privato, doveva trattarsi di gente intelligente.
Riporto questa foto perchè ho scoperto ieri ch il Governo portoghese ha già iniziato la manovra lacrime e sangue che da noi presto sarà fatta.
Dà da pensare.
Fra l'altro, se vedete bene, al centro della foto ci sta un signore con dei baffi assurdi. Bellissimi.

Questo è il chiostro della cappella degli ossi, carina, molto goth, ma deludente rispetto alle aspettative. Qua a Roma ce n'è una più fica e sono contento di non aver speso l'euro in più per scattare le foto.
Guardando quel monumento, ho scoperto che il Portogallo, a differenza della Spagna ha partecipato alla Prima Guerra Mondiale, combattendo con l'Intesa, sia nelle colonie che in Europa. Dopodichè h deciso di frsi gli affari suoi.

Il giorno prima della partenza si è passati a Lisbona, dopo un discretamente lungo viaggio in corriera, dato che i treni erano meno frequenti. Chiamatemi campagnolo, ma inizio ad avere una cattiva reazione quando si rientra in una grande città dopo un soggiorno in una piccola. E dico questo anche se trovo vagamente affascinante l'architettura in stile bassifondi delle periferie. Ma è questione di gusti.



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