A volte le tragedie nel mondo aiutano a ricordare date o località che altrimenti, dall'alto della nostra profonda e belluina ignoranza, non riusciremo a ricordare.
Sono sicuro che, prima del terremoto, svariati studenti italiani avessero gravi difficoltà a indicare su una cartina dove si trovasse L'Aquila. In seguito alla tragedia tale città acquisì interesse e un posto riservato di tutto rispetto nei nostri preziosi neuroni.
I media, che forniscono un servizio su misura dei fruitore (quindi a misura di ritardato) hanno seguito la corrente e riempito colonne di giornali cartacei e informatici per un annetto buono.
Poi niente più.
L'Aquila (o meglio il suo terremoto) hanno avuto il loro quarto d'ora di gloria e. come tutte le altre tragedie negli ultimi 20 anni (meno l'11 settembre forse) è finita nell'oblio.
C'è stato qualche documentario e servizio che ha ripreso in seconda battuta gli elementi realmente importanti aldilà della morbosa cronistoria del tragico, ma poi ce ne siamo dimenticati.
La maggiorparte degli italiani si è fermata alle semplici lacrime, una parte di loro si è entusiasmata per quei romanzeschi atti di eroismo e generosità che sono stati sbandierati dopo di essa e una parte ancora più piccola si è seriamente documentata sul marcio che c'era dietro tutta questa storia, sugli appalti, sui ritardi, sulle bugie che sono state dette a riguardo.
Ma poi basta.
A un anno della tragedia solo gli aquilani colpiti dal terremoto ancora se ne interessavano.
Alla commemorazione dalla tragedia non volevano che ci fosse Berlusconi.
Primo: perchè in quel periodo Berlusconi aveva utilizzato la commemorazione come scusa per mancare a un suo processo.
Secondo: perchè non volevano vedere un uomo che si era vantato di aver aiutato la città quando aveva fatto ben poco.
Purtroppo gli italiani hanno memoria corta.
Gli unici scandali dei quali parliamo continuamente sono quelli sessuali.
Anche se è la stessa pappa da 5 anni. Anche se non cambia niente.
Nessuno parla dell'Aquila, tutti parlano di Tarantini. O della Carfagna. O della D'Addario. O della Tommasi. O di Ruby. O di Noemi.
Parleremo sempre di queste cose. Anche se sono sempre zoccole.
Mentre dell'Aquila non parla nessuno.
Proprio ora che se ne dovrebbe parlare.
Si è parlato di tagli.
Secondo voi che fine hanno fatto i soldi promessi alla città?
Non parliamo di costruire due case di cartongesso e sputo. Bisogna ricostruire le università, far partire il turismo, dare speranza. E se i soldi non erano arrivati prima, figurati adesso!
Ma non c'è niente da fare.
Anche se emergesse qualcosa il prossimo scandalo la sotterrerebbe.
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