Oggi è l'anniversario della morte di Manfred Von Richthofen, meglio conosciuto come il Barone rosso. Di nobili natali, questo giovane ufficiale al tempo della guerra sembrava destinato a diventare ufficiale di cavalleria, ma ebbe l'occhio abbastanza lungo da capire che non gli sarebbe convenuto trovarsi a cavallo nel fango delle trincee, a vadersela con fili spinati e mitragliatrici. Il suo talento, unito all'efficienza del triplano Fokker che dipinse di rosso per essere sempre riconosciuto nei cieli, ha fatto in modo da creare la leggenda. Mentre a terra si combatteva una guerra sporca, spietata, infinita e scorretta, nei cieli gli aerei si sfidavano come facevano i cavalieri durante le giostre medioevali. La guerra dei cieli è l'ultimo esempio di guerra fra gentiluomini, una guerra in cui si trovava ancora spazio per un blando fair play fra i contendenti e Richthofen ne è il sommo esempio.
Il Barone Rosso non morì sconfitto in cielo da un caccia alleato, non incontrò un avversario che lo vinse. L'ultimo volo di Richthofen gli fu fatale perchè, durante un duello prticolarmente prolungato, fece l'errore di inseguire il caccia nemico sorvolando le linee alleate. E a terra i fanti non avevano la sua idea cavalleresca di guerra, quei fanti non si fecero scrupoli nello sparargli addosso mentre era impegnto a inseguire un altro.
La guerra non funzionava come la vedeva lui, non era uno sport un po' violento fra gentiluomini, ma una carneficina in cui nessuno i faceva scrupoli se voleva vincere
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giovedì 21 aprile 2011
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NEL NOME DELL'ODIO
Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.
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