In questi giorni c'è stato un fermento nel mondo musulmano un po' dappertutto.
La caduta di Mubarak in Egitto; i disordini in Tunisia, con conseguente affollamento di barconi e profughi a Lampedusa, che vorrei tanto vedere come gestirà il flusso; scontri in Iran per il fermento dell'Opposizione. E un ritorno di guerriglia in Iraq contro il Governo fantoccio, tanto per ricordare i vecchi tempi.
Abbastanza preoccupante vedere tanti Stati, anche così lontani fra loro, che sono in tale subbuglio. Mubarak sta per stirare. Francamente mi riesce difficile pensare che sia una coincidenza che stia male proprio poco dopo la sua caduta. Ma forse il mio ragionamento è forzato, forse stava molto male già da prima e solo ora lo può ammettere.
Fatto sta che tutti questi disordini alterano di parecchio gli equilibri, per ora non sappiamo se in peggio o in meglio.
Mubarak ha fatto i suoi errori e le sue porcate, che era un dittatore ma almeno, nel suo piccolo, era un moderato. La sua fine non lascia presagire niente di buono.
USA e Israele se la fanno addosso, se l'Egitto sbandasse verso una politica anti-occidentale sarebbe un bel casino. Un nuovo Egitto governato da una repubblica islamica scombussolerebbe tutto, metterebbe in difficoltà Israele a livello politico e militare e il mondo economico per eventuali blocchi. E anche l'Europa. Il nuovo Egitto fondamentalista potrebbe fare da magnete e richiamare a sè un'altro paese che ultimamente ha preso una sbandata islamica con la riforma della costituzione: la Turchia.
In questo modo tutti i progetti dell'Europa unita insieme alla turchia andrebbero a farsi benedire.
Se non altro questo viraggi integralista dell'Egitto potrebbe essere compensato da un risveglio delle masse contro l'integralismo iraniano.
Se cadesse Ahmadinejad, altro testa di cazzo non da poco, sarebbe un bel colpo.
Certo, va detto che al peggio non c'è mai fine...
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