L'idea che i simboli che inneggiano al comunismo fossero stati vietati in Polonia mi era assolutamente indifferente.
Ancor di più mi erano indifferenti le manifestazioni di esultanza di migliaia di ritardati fascisti (e non) che in gioivano per questo evento.
E ora che ci penso mi viene davvero da ridere se penso che la maggiorparte degli idioti che gioiscono quando viene vietato in simbolo comunista sono gli stessi che gridano al nazismo quando il crocifisso viene vietato nelle scuole.
Non è un po' incoerente?
Ma torniamo ai polacchi che vietano i simboli comunisti.
Innanzitutto la Polonia è un paese del cazzo, politicamente ed economicamente arretrato, uno dei pochi paesi europei che noi italiani possiamo ancora prendere per il culo.
Ma questa cosa - la prima che mi è venuta in mente quando ho sentito questa notizia - non è l'unico elemento su cui dovremmo fare un pensierino.
Il problema è che la maggiorparte delle persone, forse tutte, non ha capito una mazza di questa faccenda.
Il fatto che in Polonia abbiano vietato i simboli comunisti non è una questione ideologica.
È una questione culturale!
E con culturale intendo riallacciarmi alla storia polacca, ovvero una storia caratterizzata da intenso e profondo odio per la nazione russa.
Datevi una letta alla storia polacca fra il XVIII e il XX in particolare.
E se siete lettori de Il Giornale, non dico che dobbiate leggervi una monografia sull'argomento, ma almeno leggete l'introduzione di un libro che non sia un fumetto di Cattivik!
La Polonia, data la sua posizione strategica esageratamente scomoda, è sempre stata oggetto delle mire dei Prussia, Austria, Impero Ottomano e Russia in particolare.
La Russia ne ha sottomesso gran parte del territorio nel XVIII secolo, si oppose strenuamente al suo riconoscimento come nazione, fece di tutto per impedirne la ricostituzione come Stato cuscinetto nell'era napoleonica.
La Repubblica Polacca nasce solo dopo la Grande Guerra, evento al quale la Russia non ha voce in capitolo solo perchè esclusa dalle trattative dopo la pace di Brest-Litovsk e guarda caso, poco dopo essere nata, la Repubblica Polacca entra in guerra con la Russia Bolscevica, vincendo e strappando un trattato di pace vantaggioso.
La Russia si vendicherà di questo smacco solo nel '39, invadendo da est la Polonia mentre i tedeschi la stanno attaccando dall'altra parte.
Questa è la storia dei rapporti fra Polonia e Russia.
Il comunismo non c'entra un cazzo, se non nel senso che è stato uno degli elementi coi quali i paesi del mondo hanno identificato la Russia del XX secolo.
Non c'entra la falce e martello, i polacchi hanno vietato i simboli comunisti solo perchè li collegano alla cultura nazionale e nazionalistica russa, che disprezzano.
Per i polacchi una bandiera bolscevica ha lo stesso significato di un'aquila zarista, ovvero non guardano il messaggio di uguaglianza e rivoluzione che dovrebbero ispirare i simboli comunisti, vedono solo il paese in cui sono nati, ovvero l'odiata Russia!
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