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mercoledì 18 settembre 2013
R.I.P.D.
Nonostante le critiche sentite su questo film, provenienti dai soliti siti nerdoni finti o puri, panzoni e incontentabili, ho deciso di andare a vedere questo film con piacere, forte del fatto che c'era il mitico Jeff Bridges e la regia è dello stesso regista di Red.
Promemoria.
Non andare mai più all'UCI di Parco Leonardo, cosa che siamo stati costretti a fare per via di una pessima distribuzione che ha dovuto ispiegabilmente subire questo film in Italia.
Non vedevo così tanto pubblicità (e aggiungerei, grazie al trailer farlocco dell'ultima merdata di Moccia, di merda) da quando fui violentato da ben 5 minuti di pubblicità della coca cola al The Space.
Non ci andate, consiglio da amico.
Tornando a R.I.P.D., ritengo sia stato meglio dell'ultimo film spaccone che ho visto, ovvero Red 2.
Nick Cruz Walker (Ryan Reynolds) è un agente della S.W.A.T. felice della sua vita, che muore e finisce nell'aldilà, dove incontra Proctor (una brava e divertente Mary-Louise Parker, fresca di Red 2) funzionaria dei piani alti (in senso biblico) che gli propone di entrare nel Dipartimento Riposa In Pace.
Tale Dipartimento è un'ente dell'alto dei cieli che gestisce il traffico delle anime che salgono in cielo, scremando quelle dannate che invece vorrebbero cercare di tornare sulla Terra a fare casini.
In quanto novellino, Nick viene affidato all'irrequieto Roy Powell (Jeff Bridges) un vecchio sceriffo del west che, nonostante le abilità, ancora si ritrova a dover stare in servizio per gli strafalcioni che occasionalmente combina durante il suo lavoro di tutore della legge dell'oltretomba.
Il loro lavoro consiste nel pizzicare queste anime dannate e Roy ha un modo tutto suo per beccarle, una sorta di interrogatorio che è probabilmente un omaggio ai test fatti a Blade Runner.
I due si ritroveranno a dover gestire un violento tirocinio di servizio di Nick e a dover più volte fronteggiare il proprio passato di vivi, ritornando il più spesso delle volte a dover pensare a come e perchè sono morti.
Nick, con un lutto della sua stessa vita mortale stroncata da elaborare, ancora non accetta la sua stessa dipartita e non vuole lasciare sola la povera moglie. Si ritroverà a fare indagini sulle persone che l'hanno portato a morire, cercando di dare senso alla sua morte almeno nella vita ultraterrena.
E scopre che la sua morte non è stata come una di quelle morti che avvengono ogni secondo nel mondo, ma è parte di un piano ben più vasto delle anime dannate.
La coppia Bridge-Reynolds va alla grande, tenuta in piedi specialmente dal vecchio Jeff, ma anche dall'altro, con la Parker che regge il gioco dall'esterno.
L'elemento più forte è senz'altro la scelta dell'aspetto che gli agenti hanno nel mondo dei vivi che li mostra come sono in realtà e come appaiono ai vivi, ovvero un Roy con fattezze di biondona e Nick nei panni del vecchio cinese, il tutto arricchito da un buon montaggio che alterna come sono in realtà e come appaiono agli ignari mortali.
Molti aspetti del film sono solo accennati, volutamente o per mancanza di tempo, purtroppo nella seconda parte c'è un discreto calo nella qualità, specie nella sceneggiatura: nella prima parte le battute di Jeff Bridges erano potenti,volgarotte al punto giusto, spaccone e ben calibrate con la sua spalla, nella seconda parte Jeff è come se ogni tanto sparasse una battuta mordace, ma artificiosa, quasi per riempire dei buchi.
Voto 7/10
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NEL NOME DELL'ODIO
Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.
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