Oggi è morto Neil Armstrong, il primo uomo a essere sbarcato sulla Luna. 82enne, aveva subito l'anno scorso un bypass coronarico e recentemente aveva sofferto un'occlusione coronaria che ha portato al fatale resultato. Armstrong da sempre amava volare, ha combattuto in Corea e ha pilotato
prototipi di arei supersonici, per poi realizzare quello che una volta
era il sogno di tutti i ragazzini (non vogio francamente sapere cosa
sognano iragazzini al giorno d'oggi) ovvero fare l'astronauta. Era il comandante dell'Apollo 11 e il nome più noto del suo equipaggio. I russi erano i stati i pimi a raggiungere lo Spazio, gli americani i primi a passeggiare sulla Luna. Lui era il rappresentante di un'era ormai lontana da noi. La sua passeggiata e la celebre frase diedero un sollievo al suo Paese, in quel periodo impantanato in Vietnam e ancora orfano di quella fase serena che aveva preceduto l'omicidio di Kennedy. Nessuno si aspettava allora che il mondo potesse essere ancora più intrambusto di quanto lo era allora. Sbagliavano: il mondo è un casinioanche oggi, anche senza la Guerra Fredda di mezzo.
Forse è anche peggio.
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