LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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venerdì 18 giugno 2010

The road

È già noto che impazzisco per film a sfondo apocalittico per la mia ben nota misantropia e, dopo aver perso l'intrigante ( am a quanto pare assai chiacchierato) Codice Genesi dovevo per forza vedere almeno questo.
Ho saputo da chi ha letto il romanzo originale che il film è discretamente fedele al libro, anche se il finale è leggermente diverso e più stupido nel film.
La Terra ha subito una catastrofe per la quale le forme di vita animali e vegetali sono state estirpate, i pochi uomini sopravvissuti sono in gran parte dediti al cannibalismo mentre la terra muore lentamente con un costante calo delle temperature e saltuarie scosse telluriche.
Non viene spiegato il perchè di questo disastro, si sa solo che l'umanità muore lentamente e diventa sempre più bestiale e disperata.
In questo mondo sempre più senza colori e violento sembra che l'unico modo di agire sia diventare parte della violenza abbrutita che lo caratterizza o togliersi la vita.
Ma il protagonista del film, un Viggo Mortensen bravo, tosto e scheletrico per le deprivazioni all'inverosimile che vive il suo personaggio non ci sta. Lui non vuole prendere nessuna di queste scelte: vuole continuare a vivere, ma senza diventare una bestia.
E mentre chiunque avrebbe rifiutato di far nascere un figlio e accudirlo in un simile mondo, lui decide di farlo nascere e di proteggerlo. Anche se si tratta di un figlio che è un vero e proprio peso, inetto, lamentoso e scocciatore.
Il figlio rappresenta la speranza, la possibilità che il padre vede per un futuro che è molto difficile da vedere, un futuro che vede un'umanità sopravvivere al tracollo senza dover diventare selvaggia e amorale.
Molto belle le ambientazioni del film, che mostrano lande desolate e spente, belle anche le riprese, abbastanza ben fatte da far sembrare quasi reali e enormemente coinvolgenti le scene di azione.
E ora veniamo ai difetti del film: il finale (che comunque scoprirete per conto vostro) e il figlio.
Quest'ultimo è un piccolo incapace che dimostra nove anni di aspetto, ma un'età mentale di sei a essere generosi, probabilmente la conseguenza di essere stato allevato in un ambiente privo di stimoli e con un padre troppo protettivo.
Non solo non sa fare niente, ma ha anche una voce stridula e costringe il povero Viggo a perdere tempo e cibo in gesti di generosità completamente masochisti.
Non so se è l'attore a renderlo così insopportabile o se lo è il doppiatore nella versione italiana, ma se ne avessero scelto uno meno irritante era meglio, ma forse è stata una scelta voluta.
Straordinariamente il film, anche se tratta temi altamente depressivi e ha questo elemento profondamente disturbante del figlio, riesce a non risultare pesante come uno ci si aspetta.
In ogni caso è meglio Io sono leggenda, anche se meno fedele al testo.

Voto 7/10
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