La democrazia è una fregatura.
Non tutta la democrazia, ma lo è almeno quella italiana in questo periodo.
Ma non perchè la democrazia in sè sia un fallimento, forse neanche quella italiana lo è a livello ideale. Qualcosa o meglio qualcuno l'ha fatta fallire. E il problema non sono i politici come tutti sperano di far credere, il problema è anche degli italiani.
Inutile dire che i problemi reali che userò per argomentare questo discorso sono messi in secondo piano dalla morte di Lucio Dalla (per carità, mi dispiace pure!) o del meno famoso Germano Mosconi.
Il primo è un problema per niente recente, che ci portiamo dietro da quasi 10 anni: la TAV.
Il secondo è invece fresco e tragicamente trascurato: l'innalzamento (l'ennesimo oserei dire) delle imposte indirette.
Il primo elemento mette in chiaro il primo tragico limite della democrazia, che sarebbe già dannoso di suo, ma lo è anche di più se contiamo che in questo caso l'italia l'abbia messo in atto in maniera scorretta.
Qualcuno degli abitanti della Val di Susa vuole la TAV?
Assolutamente no!
Lo schema è semplice. Chi ha diritto di decidere se costruire un'opera pubblica in un certo territorio? Non mi andate a dire che dev'essere una decisione presa di comune accordo da enti locali e imprese di costruzione perchè così non si deciderà mai!
Nessuno è disposto ad accettare di ospitare un'opera che ritiene inutile e dannosa per l'ambiente e la salute. Gli abitanti di quella zona ritengono che la TAV sarebbe dannosa per l'ambiente e inutile per loro e inutile in generale.
Questo pensano.
Onestamente non mi interessa sapere se loro hanno ragione o torto, l'unica cosa che conta è che loro non la vogliono per una serie di motivi e probabilmente continuerebbero a non volerla neanche se ci fossero degli studi riconosciuti e solidi che ne dimostrano la validità e non intrusività ecologica.
Se una persona ti dice no in maniera chiara e netta e non si mostra propenso a cambiare idea, a prescindere dalla validità delle sue argomentazioni, puoi fare solo due cose se segui il buon senso: o rispetti la decisione di quella persona e la lasci in pace o la forzi.
Cosa hanno fatto i Governi negli ultimi 5-6 anni, da Prodi bis a Berlusconi tris, fino ad arrivare a Monti? Nessuna di queste due cose.
Ogni volta il Governo di passaggio ci provava, riceveva le critiche dell'Anti TAV, ma continuava lo stesso, magari c'erano manifestazioni, scontri, arresti, casini, magari anche imbarazzi e conseguenti perdite di voti in alcuni casi.
Fatto sta che, una volta caduto quel Governo, il successivo Governo ci riprovava.
Ci ha provato Prodi, ci ha provato Berlusconi e ora ci sta provando Monti.
A che cazzo serve tutto questo?
Se hanno detto no a Prodi meno di una decina di anni fa perchè dovrebbero dire sì ora a Monti?
Mettiamo anche in conto che parliamo di un progetto che vale miliardi che sta ancora fermo, che a ogni Governo che subentra è sempre più obsoleto e che ogni volta che viene riproposto ci costa in termini di manifestazioni e conseguenti mobilitazioni di poliziotti.
I valsusini non vogliono la TAV. Non la fate e basta, risparmiamo i soldi della TAV e di tutti i danni che causerebbero queste manifestazioni e vaffanculo!
Oppure si sceglie il progetto opposto.
Vogliamo la TAV, mentre i valsusini sono troppo stupidi per apprezzare. Prendi l'esercito, occupa militarmente la zona con gli alpini e riempi di mazzate chi ha qualcosa da dire.
Queste sono le soluzioni, bisogna sceglierne chiaramente una, non alternare le manganellate a una disperata ricerca di compromesso per
far ragionare i valsusini o aspettare che cada Monti per riproporglielo l'anno prossimo, proponendo lo stesso progetto, più vecchio di un anno!
Ma noi siamo in Italia e le soluzioni chiare non ci piacciono. Non siamo abbastanza liberali da essere realmente democratici, nè abbiamo abbastanza palle da imporre dei progetti che riteniamo importanti perchè sennò abbiamo paura che gli altri pensino che si ritorni (di nuovo) alla dittatura.
E quindi optiamo per un modello dove vengono prese decisioni inique perchè siamo governati da pezzi di merda e in tempi lunghi perchè vogliamo far credere di vivere in una democrazia dove tutti hanno diritto di dire la loro.
Il secondo punto è ancora più tragico, perchè ci fa capire che presto sentiremo dolori: l'aumento delle imposte indirette.
Monti vuole soldi in fretta.
Deve tassare gli italiani.
Tasse alla Chiesa? Non se ne parla!
Tasse ai ricchi? Ma siamo scemi?
Tasse ai soliti poveracci. OK!
Come le mettiamo queste tasse?
Quando si è parlato di tasse tutti hanno iniziato a protestare, anche fortemente.
Lavoratori, sindacati, politici che cercavano di fare casino.
Oggi non hanno detto niente.
Ma io dico, siete imbecilli?
Chi colpisce l'imposta diretta?
Tutti. E ovviamente i poveracci sono quelli che prendono più mazzate.
Ma non se ne rendono conto.
Mi è capitata di sentirla già questa storia all'Università.
Riassumo ai minimi termini.
Nel corso di Laurea si devono fare 10 esami grossi all'anno, dove vi sono in media 4 libri a esame da studiare.
Gli studenti protestano perchè gli esami sono troppo pesanti. Vorrei sottolineare che nella maggiorparte delle Università molti studenti non capiscono un cazzo, quelli che fanno i rappresentanti sono quelli che ci capiscono di meno e pretendono lo stesso di dire ai professori come insegnare le loro materie, anche quando sono iscritti alla triennale da 8 anni.
A questo punti gli organizzatori della didattica cambiano l'ordinamento degli studi e spezzettano gli esami.
Si passa a 20 esami piccoli all'anno, in media vi sono 2 libri a esame. (Tralascio il discorso su quanto peggiori in questo caso la qualità della formazione).
Direi che non ci sono miglioramenti se sapete fare le moltiplicazioni.
Ma non finisce qui.
Siete sicuri che tutti i professori siano disposti a fare un esame che vale metà di quelli del vecchio ordinamento? Non molti. Qualcuno non lo accetta perchè ritiene che le conoscenze che trasmetterebbe non sarebbero sufficienti, qualcuno lo fa perchè si sente minacciato nel suo ruolo di potere. E molti di questi professori se ne fregano del tetto massimo di libri imposto, finindo per mettere gli stessi libri di prima o un libro in meno nel migliore dei casi.
Questo è quello che è successo da me e, probabilmente, in molte altre Facoltà.
Gli studenti (i cui rappresentanti non capiscono un cazzo) hanno protestato, i professori sono venuti incontro alle loro richieste prendendoli per il culo e in più le piccole lobby di potere hanno rincarato la dose.
Questo succede in Italia.
Il potente decide. Sempre.
Il poveraccio protesta. Sempre. E male.
Il piccolo grassatore non la dà mai vinta al poveraccio. Ha sempre il suo spazio preservato dal potente e, anche se il potente emana leggi che formalmente lo contrastano, finisce che continua a campare col suo piccolo pulcioso feudo da grassatore.
E il poveraccio prima o poi si sveglierà, ma il più delle volte la sua sarà una fiacca e sconclusionata protesta.
Che perpetuerà di nuovo questo circolo.
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