Facendo zapping alla TV, mentre cercavo disperatamente un canale che non rompesse i coglioni con Mike Bongiorno, sono incappato in un programma culturale e sconosciuto del decoder. E ho scoperto che oggi è l'anniversario della morte di
Toulouse Lautrec. Saranno pochissime le persone che sapevano questa cosa, specie se contiamo che sarebbero poche anche le persone che abbiano una minima idea di chi sia Toulouse.
Lautrec è uno dei tanti rappresentanti della Belle Epoque, decadente, goliardica, allegra, sregolata. E, come molti artisti dell'epoca, non ha avuto una vita tranquilla. Nonostante le nobili origini e le grandi ricchezze, Lautrec era vittima di malformazioni che, peggiorate da alcune cadute di cavallo, lo resero nano e storpio. L'unica sua ragione di vita era la pittura, che lo ha salvato dal tracollo, con un piccolo aiuto dell'alcol e delle puttane.
Qualunque benpensante lo avrebbe condannato, definendolo un uno scansafatiche, un nano depravato e senza valori. Ma in cosa dovrebbe credere un nano deforme e che può trovare compagnia solo in qualche ballerine d'infimo ordine, nell'alcol e negli altri artisti dannati come lui?
Lautrec dipingeva perchè dipingere gli impediva di fermarsi a pensare quanto fosse solitaria e triste la sua vita e quando non aveva la spinta creativa per dipingere, si dava all'alcol o al sesso mercenario. Non amava i paesaggi. Il suo era uno stile particolare, esprimeva il movimento, rappresentava l'allegria che a volte sentiva di non potere avere, un paesaggio romantico, noioso e immobile sarebbe andato contro al suo stile d'arte e di vita.
Le sue opere sono varie, probabilmente ognuna rispecchia il suo stato umorale mentre le dipingeva. Prendiamo questa
È un quadro fortemente animato, vediamo un complesso gioco di luci e riflessi, alcuni dettagli sono maggiormente elaborati, altri poco approfonditi. Sembra quasi riprodurre la visuale che ha un ubriaco in un bar, probabilmente Toulouse lo era quando l'ha dipinto. Nonostante il tema, che ispira allegria e vivacità, ci sono forti contenuti depressivi nel quadro. La donna in primo piano è di un pallido cadaverico, specie se si fa il paragone col colore dei capelli e del rossetto; il vestito è nero, sembra un'impersonificazione della morte. Lo sfondo è verde scuro, un colore freddo, cupo, fa venire in mente la muffa, la cancrena, l'invidia, l'assenzio. Non c'è un vero sorriso nei volti degli astanti, anche se in teoria si stanno divertendo. E, fra gli avventori, c'è anche un personaggio molto somigliante a Lautrec, con uno sguardo imperscrutabile, fra l'ironico, l'avvinazzato e l'imbronciato.
Toulouse muore a 37 anni, devastato dalla sifilide e dall'alcolismo, reduce di un esaurimento nervoso. La sua vita dissipata fu una continua fuga dal dolore, che espresse nei suoi quadri con grande abilità. Indubbiamente è un artista che rimane impresso nella mente per una serie di caratteristiche della sua vita, come la sua caratteristica bassa statura o per la sua vita spericolata. Ma non va dimenticato che, se è apprezzato da qualcuno nel mondo dell'arte, è merito del suo talento e per il suo modo tutto speciale di rifuggire la depressione grazie all'arte.
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