LO SCEMO DEL VILLAGGIO
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mercoledì 3 giugno 2009

Che l'argentino

Breve parentesi politica, che se non vi interessa potete tranquillamente saltare e passare alla parte sul film.
Sono andato a vedere questo film forse anche per attenuare il mio senso di colpa. Ogni volta che ci sono le elezioni mi riprometto che dovrei dare il mio voto alla Sinistra, invece che al PD o IdV. Ma quando vedo i partiti mi cascano le palle. Sinistra e Libertà è praticamente come il PD, solo che hanno la kefia al collo; più seducente e di sinistra è il Partito Comunista dei lavoratori. Però cazzo, basta con la falce e il martello, basta con questa retorica vecchia di ottant'anni, cambiate simbolo perdio! Ragazzi, Lenin è morto e mummificato, Stalin è morto, Mao è morto, Castro sta alla frutta!
Il comunismo non sarà morto forse, ma sono morte le sue guide. Bertinotti è un vecchio frocio opportunista e mediocre, Pecoraro Scanio è scomparso (grazie agli dei), Massimo Fagioli è morto, ancora non ne sono sicuro, ma lo spero con tutta l'anima. Finchè non vedrò fra di loro una persona cazzuta e che non si masturbi col santino di Trozky, il mio voto se lo scordano!
Ah, e se qualcuno parte col comizio dicendo che è provocatorio recensire questo film nell'anniversario di piazza Tianammen rispondo che
1) me ne sono accorto ora
2) controllasse la cartina, Cuba non è esattamente nella stessa zona della Cina, paragonarle sarebbe come mettere sullo stesso piano Mussolini e Gahndi solo perchè sono tutti e due pelati

Tornando al film.
Questo è il primo episodio dei film sulla vita di Che Guevara e va dalla sua scelta di partecipare alla spedizione contro Batista fino alla vittoria della rivoluzione cubana.
Premetto che non sono mai stato un fan di Che Guevara e che non sopporto l'ammirazione acritica che hanno per lui molti sinistroidi. E questo film, per fortuna non è una sua agiografia propagandistica.
Nel film il personaggio di Che Guevara non viene dipinto come un supereroe rivoluzionario, è una persona normale, anche piuttosto impacciata agli inizi della spedizione: soffre di asma, il che lo rende all'inizio più un peso che un prezioso elemento, è remissivo nei confronti di superiori e commilitoni, sta molto in disparte e nelle prime fasi del film viene destinato a ruoli di contorno, come medico o addestratore nelle retrovie.
Non è lui ad aver liberato Cuba, è uno fra i tanti guerriglieri che hanno partecipato nell'impresa di Castro e questo film te lo fa capire bene. Tuttavia il protagonista del resta Che Guevara, non Castro, che qui è interpretato da un attore meno conosciuto di Benicio del Toro.
Va detto che, nonostante Fidel sia una figura di sfondo, è ugualmente il personaggio che rimane più impresso dato che è fortemente caratterizzato dall'egregio lavoro che Demian Bichir svolge.
Il Fidel Castro che ne emerge è un personaggio che usa paroloni complicati, che parla molto e con enfasi e gesticola davvero parecchio, è una figura vagamente macchiettistica, che probabilmente rispecchia le movenze e gli intercalari dell'originale e come personaggio resta impresso dopo il film. A quanto pare, anche se nel film Fidel sta in secondo piano, riesce lo stesso a lasciare traccia di sè. Il film è abbastanza realistico nella ricostruzione, sia delle armi che delle uniformi dell'epoca, nonchè nell'andamento delle azioni di guerriglia: questo non è Rambo, chi vuole l'azione adrenalinica e tanti effetti speciali rimarrà deluso da questo film, che presenta la guerriglia, le sue tattiche mordi e fuggi, i suoi lati a volte meno eroici, nonchè la diserzione, la noiosa vita nelle retrovie e le ritorsioni dei superiori su chi non segue la disciplina.
A questo si aggiungono delle scene in bianco e nero posteriori allo svolgimento dei fatti, che vedono un Che Guevara il quale, dopo essersi guadagnato una posizione riconosciuta per le sue azioni di guerra, è impegnato nelle relazioni diplomatiche con giornalisti, senatori e ambasciatori, ben più insidiose di uno scontro a fuoco. E in questi intermezzi presenta le motivazioni della rivoluzione cubana, delle scelte anche poco condivisibili dei rivoluzionari e presenta l'ideologia del comunismo. In maniera onesta, chiara e decisa.
Non so se riuscirò a trovare il tempo per vedere il seguito del film.
Rimangono alcuni lati oscuri, come qualche comportamento del protagonista che non risulta coerente col resto del film e non so se verrà spiegato nel secondo volume o se è una semplice stortura. Per ora posso dire che è un bel film. Certo, Benicio del Toro fisicamente stona un po' e la sua recitazione è senza infamia e senza lode.

Voto 7/10
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4 commenti:

Arthur ha detto...

Senti puoi dirmi solo se Irezumi è morta o viva?

Edric Ant ha detto...

Irezumi ha cambiato il suo nick in Scarlett Carson e non aggiorna il suo blog http://irezumi-dreamaway.blogspot.com/ da 6 mesi

Il che mi dispiace molto, è un periodo che i blog chiudono quasi a freddo

Arthur ha detto...

lo so, ma intendevo dire se sta bene fisicamente

Edric Ant ha detto...

Non lo so, spero sia solo in crisi esistenziale come sempre (non che sia un male, spero non si offenda se legge quello che ho scritto)

NEL NOME DELL'ODIO

Sano, liberatorio, onesto, politicamente scorretto.
Qualcuno può rompere per gli argomenti che tratto e per come li tratto, ma ci stiamo dimenticando una cosa importante: chi crea un blog può scriverci quello che cazzo gli pare.

QUESTO BLOG NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA

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